La riunione della commissione consiliare uno è stata l'occasione per fare il punto sulle aree demaniali presenti a Piacenza. Sia per quanto riguarda le aree in uso al demanio sia per quelle in uso alle Forze armate. Si tratta di edifici e di aree di grande importanza in città la cui proprietà da parte dell'Amministrazione comunale cambierebbe il volto di Piacenza.
Ci sono tre filoni normativi per quanto riguarda le aree del Demanio ma non in uso ai militari (Palazzo Farnese, bastioni, Sant’Anna di via Caccialupo eccetera) su cui ragionare, spiega l'assessore all'Urbanistica Silvio Bisotti. Questi immobili possono essere acquisiti a titolo gratuito dall'Amministrazione nella misura in cui il progetto proposto sia approvato dal tavolo tecnico e dal Demanio stesso.
«Stiamo lavorando su Palazzo Farnese e su Bastione e Porta Borghetto per entrarne in proprietà – spiega Bisotti -. La valutazione che stiamo facendo è di sostenibilità economico-finanziaria: una volta diventati proprietari dobbiamo accollarci tutti gli oneri di gestione. Stiamo facendo un piano industriale di medio-lungo periodo che attesti la convenienza di acquisire la proprietà di Palazzo Farnese e anche nel caso di Bastione Borghetto i ragionamenti sono complessi, anche perchè se per Palazzo Farnese la vocazione museale è chiara per il bastione le ipotesi aperte sono molteplici. Per Porta Borghetto, inoltre, oltre al progetto per l’utilizzo vanno trovati i fondi per la sua riqualificazione visto che, nonostante i lavori di quindici anni fa, la struttura ha bisogno di interventi massicci». A tal proposito Bisotti ha anticipato che la Regione potrebbe dare un contributo significativo (500mila euro a fondo perduto) «e se così fosse – dice – saremmo in grado di fare gli interventi di manutenzione straordinaria e successivamente di partire con i progetti per l’utilizzo».
Esiste poi un altro gruppo di immobili sempre di proprietà demaniale tutti tutelati (chiesa di San Lorenzo, Palazzo Madama, Palazzo Landi, Palazzo Costa Ferrari, ex Convento del Carmine, Caserma Cantore eccetera…) e sotto la supervisione di un tavolo tecnico. Per parte di questi il Damanio sta pianificando interventi autonomi. «Noi come amministrazione abbiamo fatto una richiesta complessiva che riguarda tutti questi immobili in modo da poter fare una valutazione totale – dice l'assessore – Esistono per tutte le aree e gli edifici dei documenti che ne stabiliscono le linee guida in tema di destinazione. In altre parole, non si parte da zero come qualcuno ritiene». «Il Comune – prosegue l'assessore Timpano – ha chiesto di poter conoscere l'impatto economico finanziario rientrata in possesso di tutte le aree in questione in modo da poter fare una valutazione complessiva.
Per quanto concerne le aree in uso al Ministero della Difesa, sono in corso trattative e incontri con lo stesso ministro da parte dell'amministrazione comunale. «Si tratta di aree molto vaste – aggiunge Bisotti – la cui razionalizzazione sarebbe auspicabile prima ancora che l'acquisizione della proprietà».
Timpano precisa che il Comune è favorevole al mantenimento di attività industriali legate alla Difesa del territorio piacentino, ma auspica la delocalizzazione di industrie come il Polo di mantenimento pesante nord all'esterno del centro. Auspica inoltre una razionalizzazione degli spazi, considerato ad esempio che la caserma Lusignani è occupata per il 20% della sua estensione. Posto che la difesa intende rimanere a Piacenza con alcune delle sue attività e realtà più importanti, e posto che ciò fa piacere all'amministrazione comunale, si tratta dunque di capire come intenda rimanerci.
Con riferimento all'area dell'ex Pertite, il Comune ribadisce la sua intenzione destinare una parte al verde pubblico pur salvaguardando e riqualificando gli stabili presenti sull'area.