Centro storico, tassazione, crisi economica. Sono alcuni degli argomenti che abbiamo affrontato con il presidente nazionale di Confedilizia ed ex presidente della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani. In un contesto storico caratterizzato dalla sfiducia sono tante le problematiche a livello nazionale, ma anche locale: sfiducia verso l'Europa, sfiducia verso la politica (e il forte astensionismo alle ultime elezioni lo conferma), sfiducia verso una ripresa economica che sembra sempre lontana, soprattutto nella nostra città. Una sfiducia confermata anche dallo stesso Sforza Fogliani:
"Esiste la volontà di fare e di incidere sulla crescita del mercato, ma la crisi, soprattutto del settore edilizio e del comparto immobiliare, è lungi dall'essere superata. Viviamo un periodo in cui le condizioni economiche e fiscali non invogliano certo a diventare possessori di un immobile".
E' emerso però che Piacenza è una delle città in cui tasse come la Tasi risultano essere più leggere. Sulle aliquote della prima casa l'amministrazione ha adottato l'addizionale dello 0,8 per mille arrivando al 3,3 per mille. Secondo quanto calcolato, questa aliquota porterà la Tasi ad un costo medio di 196 euro, ossia 33 in meno dell’Imu, che in media era costato ai piacentini 229 euro.
"Questi sono dati nazionali che pongono a confronto il 2014 con il 2012 ed è sintomatico e significativo che si sia saltato il 2013 che è l'anno caratterizzato dalla minore incidenza fiscale in Italia come a Piacenza. Quindi non stiamo parlando di un confronto corretto perché i confronti si fanno tra quest'anno e l'anno appena passato. Ai cittadini non interessa sapere a che titolo pagano, se Imu, Tasi, Tari o altro, ai cittadini interessa sapere se pagano meno o di più rispetto agli anni precedenti".
Come giudica l'operato dell'amministrazione piacentina da questo punto di vista?
"Sicuramente devo riconoscere all'amministrazione locale di aver sempre tenuto un atteggiamento, nei confronti degli immobili, quanto meno non di persecuzione, e con la situazione generale che persiste in Italia è già un merito. Però va anche detto che la tassazione è determinante per gli effetti che provoca sulle varie attività economiche e vediamo quante ne stiano chiudendo in città. Ci si deve rendere conto che la Tasi altro non è che una seconda patrimoniale, un Imu bis, ma non è giusto che sia così: la Tasi dovrebbe essere una tassa sui servizi indivisibili e quindi rapportata appunto ai servizi che vengono forniti ai cittadini. In Italia le tasse sono più alte rispetto ad altri Paesi d’Europa e rispetto ad altri Paesi abbiamo anche servizi meno efficienti".
Tra i settori più critici in fatto di servizi spesso si cita il centro storico.
"Ci sono problemi di viabilità e accessibilità. Basta andare a Cremona o Parma e ci si imbatte in centri storici molto più vivi. Ciò significa che evidentemente va rivista la viabilità in funzione della cultura della residenzialità, ciò che non è mai stato fatto da alcuna amministrazione e che condiziona la vivibilità del centro storico attribuendogli un aspetto sconfortante".
Quali le possibili soluzioni nel concreto?
"Come Confedilizia avevamo proposto che vi fosse libertà di transito su due assi paralleli della città in modo che almeno in queste due arterie non vi fossero problemi di circolazione fino a piazza Cavalli, ma questa proposta non è stata accettata. E oggi effettivamente entrare in centro storico è una corsa ad ostacoli tra divieti, sensi unici, ztl e mancanza di parcheggi. E' necessario un vero piano basato sulla volontà di agevolare l'ingresso in centro ai cittadini, è l'unico modo per avere un centro frequentato e vivo".