Il 23 marzo 2014 scorso è ufficialmente nato a Piacenza il primo gruppo di “Operatori del Sorriso” della Croce Rossa Italiana – Comitato di Piacenza: “Gli Inkollati”.
Quattordici ragazzi, guidati dal responsabile Giuseppe Colla (in arte dott. Kolla) che, con grande entusiasmo, motivazione e serietà, hanno completato le 50 ore di corso – diretto da Sabrina Pironaci della C.R.I. di Bologna – e che, dopo ulteriori incontri di approfondimento, sabato 17 maggio 2014 hanno iniziato il loro tirocinio presso il Pronto Soccorso Pediatrico dell’Ospedale Civile di Piacenza, al termine del quale saranno pronti per affrontare anche il reparto di Oncoematologia.
Questa nuova attività di Croce Rossa fa parte di un progetto condiviso sin da subito con l’azienda A.U.S.L. locale, che si è dimostrata particolarmente attenta ed estremamente disponibile e collaborativa a tale iniziativa, partecipando attivamente anche alla formazione dei Volontari C.R.I.
Portando in ospedale il sorriso ed il divertimento (componenti naturali della vita ma spesso trascurati nella frenetica routine ospedaliera), il potere terapeutico del buonumore viene usato come un vero e proprio trattamento medico, ovvero la clown terapia (c.d. “Clown–therapy”).
Lo scopo del Volontario – Clown di Croce Rossa è quello di prevenire ed alleviare le sofferenze degli individui, cercando di donare un pochino di spensieratezza e ritrovando la condizione di umanità in ogni soggetto sofferente.
Attraverso il sorriso portato dal Clown si insedia, nei pazienti e familiari, un modo nuovo di atteggiarsi di fronte alle esperienze dolorose; si trova maggior forza per superare questi ed altri momenti difficili con una buona dose di coraggio ed ottimismo.
Tale considerazione è supportata da diversi studi scientifici, che hanno evidenziato come l’utilizzo delle tecniche di clownerie con i bambini ricoverati in ospedale può ridurre lo stress provocato dalla paura e dalla sofferenza, agendo come fattore di riduzione dell’ansia, tanto da far diminuire il bisogno di farmaci antidolorifici e rendendo i pazienti più collaborativi alle terapie (soprattutto in regime di lungodegenza).
Un reparto che si presta ad ospitare squadre di clown, disposte a sdrammatizzare e rendere più sopportabile la routine di cura, terapia e degenza nosocomiale, dimostra che al primo posto non mette la malattia, ma la persona.
D’altronde i nostri nonni lo hanno sempre sostenuto: il riso fa buon sangue.