Palabanca e volley, Dosi come il signor Malaussène: “Io capro espiatorio”

Paolo Dosi come il signor Malussène, il personaggio nato dalla penna dello scrittore Daniel Pennac, che di mestiere faceva il “capro espiatorio”. Il sindaco si è paragonato proprio a lui commentando le vicende che da due settimane tengono banco sul futuro del volley piacentino – da una parte il ripensamento della famiglia Cerciello per la Rebecchi Nordmeccanica, dall’altra la suspance ancora intorno al Copra volley di Guido Molinaroli – e sull’utilizzo del Palabanca. Contro Dosi e l’amministrazione sono piovute le critiche della minoranza: da Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) che ha giudicato assurdo il comportamento del Comune che ha dialogato “con gli interlocutori sbagliati” (secondo Foti non doveva essere Molinaroli per la società Copra Dimensione sport, ndr) a Massimo Polledri (Lega Nord) che ha annunciato una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore allo Sport Giorgio Cisini e si è presentato ironicamente con la foto di Perluigi Bersani, “presunto salvatore della Rebecchi Nordmeccanica”. Senza tralasciare Mirta Quagliaroli (M5s) che ha annunciato di voler accedere alle delibere sui soldi spesi per la realizzazione del Palabanca sollevando la questione dei diversi ricorsi contro il Comune, sia per quanto riguarda incarichi dei dirigenti sia per appalti di servizi. Parole e toni poco graditi dalla maggioranza, intervenuta in risposta con Christian Fiazza e poi con Giovanni Castagnetti. Ed è stato a quel punto che Dosi, senza voler addentrarsi sulla questione volley e Palabanca (“ci sarà modo di parlarne quando discuteremo la mozione di sfiducia” ha detto) ha tirato in ballo il singor Malaussène. “Il paragone mi è venuto spontaneo dal momento che ho lavorato in una libreria” ha aggiunto Dosi parlando di “vicenda grottesca”. In risposta alle stilettate della Quagliaroli, Dosi è stato fermo nel condannare certe illazioni in tema di appalti: “Non utilizziamo escamotage, dal 2008 quasi tutte le gare hanno conosciuto ricorsi per effetto della crisi. Se il Comune ha ecceduto in questi anni in un atteggiamento di controllo degli atti amministrativi, è stato fatto per un eccesso di scrupolo, non per superficialità. Prima di fare affermazioni bisognerebbe pensarci. Da qui a dire che condizioniamo gare ce ne passa. Prima di parlare bisognerebbe riflettere”.

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