Ospite d’eccezione oggi per l’Università Cattolica. Parliamo di Carlo Cottarelli, commissario straordinario per la Spending review del governo. Come prevedibile ha relazionato i presenti sul suo lavoro di tagli, non certo facili, alla pubblica amministrazione, visto che "il debito pubblico rispetto al Pil aveva raggiunto i livelli del 2012 solo nel Dopoguerra. Mai in 130 anni”, ha detto.
Ma Cottarelli, nella sua relazione, è voluto partire con una precisazione sul titolo dell’incontro: “Spending review e crescita economica, risparmio di spesa o opportunità di riforma? Non sono d’accordo, perchè non c’è antitesi tra le due cose”.
Poi ha ricordato le difficoltà nelle quali si è trovato ad operare: “Bisogna tenere conto delle difficoltà che la finanza pubblica ha affrontato dal 2008-2009. La crisi che ha colpito il mondo avanzato, ha avuto conseguenze pesanti per la finanza pubblica. In particolare la crescita del debito pubblico: era il 73% del Pil nel 2007 ed è arrivato al 108% nel 2012, un aumento di 35 punti percentuali. Mai lo si era registrato, se non negli ultimi 130 anni. Solo verso la fine della Seconda guerra mondiale”. In seguito il Commisario straordinario ha voluto sfatare alcuni luoghi comuni: “In Italia non sono stati dati soldi al settore finanziario, ma semmai è la caduta del Pil che deve preoccupare, perché meno Pil significa meno entrate per lo Stato. E’ poi aumentata la spesa per sostenere l’attività economica. Un’azione necessaria, perché la situazione era tale che senza sostegno il sistema sarebbe andato al completo collasso della domanda e dell’attività economica”.
Infine si è concentrato sulle politiche di revisione della spesa, che anche in passato avevano ottenuto- a suo dire – risultati importati: “Non è vero che non è mai stata ridotta. Tra il 2009 e il 2012 le amministrazioni centrali hanno ridotto la spesa in termini nominali del 10%. La spesa dei Comuni dell’8%, quella delle Province del 14%, delle regioni, escluso il comparto sanitario, del 16%.
La sanitaria più o meno è rimasta invariata ed è un risultato importante. La spesa che è aumentata è quella per le pensioni, cresciuta del 7%. Nel complesso la riduzione di spesa è stata dell’1,5% e al netto dell’inflazione del 4-5%. E’ vero che sono stati tagli lineari, a parte la sanità, però di gruppi di organizzazioni (come i Comuni) hanno patito molto. Ora abbiamo cercato di superare questa tendenza”. E ha aggiunto: “E’ vero comunque che il settore pubblico dev’essere più efficiente e meno burocratico e l’altro aspetta sul quale concentrarsi è che si spende troppo a livello di tassazione, che penalizza la crescita. Per questo abbiamo cercato risorse per riduzione del cuneo fiscale”.