Canile, la convenzione con i comuni passa in Commissione. No della minoranza

Con il voto contrario della minoranza, la commissione tre del Comune di Piacenza dedicata ai Servizi sociali e presieduta dall’assessore Giulia Piroli ha dato parere favorevole all’ingresso del Comune di Rivergaro nella convenzione relativa al canile municipale e già sottoscritta dalle amministrazioni di Gossolengo, San Giorgio, Zerba e Cerignale. Una convenzione che ha durata biennale e che prevede l’utilizzo del canile piacentino da parte dei comuni in questione a fronte di un pagamento annuale.

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Ed è proprio sul criterio di pagamento che la minoranza ha espresso le sue perplessità motivando il voto contrario. Un criterio illustrato a inizio lavori dalla presidente Piroli: la gestione del canile grava sulle tasche dei piacentini 2,28 euro all’anno e questa cifra è stata presa come parametro per calcolare il quantum da versare per ogni comune che aderisce alla convenzione. Morale, Rivergaro che conta 6.843 abitanti pagherà al Comune di Piacenza poco più di 16mila euro per “ospitare” i randagi del suo territorio nella struttura piacentina.

«E’ un criterio anacronistico e totalmente privo di senso» ha però obiettato il consigliere Paolo Garetti (Sveglia) spiegando che un comune rurale come quello di Rivergaro, per non parlare di Zerba e Cerignale, ha di certo un numero di cani potenzialmente ben superiore a quello di una realtà urbana come Piacenza in termini di rapporto abitanti-animali. L’esempio di Erika Opizzi, sulla stessa lunghezza d’onda di Garetti, è eloquente: ha parlato di un suo parente, unico residente di una frazione di montagna e proprietario di tre cani. Giusto per spiegare che in collina e in montagna è più facile che ci siano animali, e di conseguenza anche randagi.

In altre parole, secondo la minoranza la convenzione discussa in Commissione va a penalizzare le casse del Comune di Piacenza. Il criterio corretto, secondo Garetti e gli altri consiglieri di minoranza che hanno votato contro o si sono astenuti, consisterebbe nel parametrare il costo al numero di cani effettivamente portati nella struttura piacentina e non al numero dei residenti.