Piacenza ha una peculiarità che sarebbe da studiare: sfascia le cose belle, le cose che funzionano e tende inesorabilmente e istintivamente all'oblio. Come un'attrazione fatale autodistruttiva.
Lo sport piacentino è l'emblema di una situazione che definire assurda è un eufemismo. Mai come oggi siamo la capitale della pallavolo italiana con la Rebecchi Nordmeccanica che ha appena vinto il secondo scudetto consecutivo nel massimo campionato femminile, un'impresa straordinaria fatta da ragazze e dirigenti straordinari, e il Copra Elior che a marzo ha vinto la Coppa Italia maschile. Bene, poco fa il presidente onorario Antonio Cerciello, patron della Nordmeccanica, annuncia che si ritira dalla pallavolo. Pazzesco. L'altro giorno Guido Molinaroli, patron del Copra, aveva fatto la stessa cosa e ora una squadra di campioni assoluti è in fase di smantellamento manco fosse una bocciofila di periferia. Incredibile.
E tutto per beghe che coinvolgono vertici societari e istituzioni pubbliche, evidentemente non in grado di fare da collante per le cose belle di cui si diceva ma semmai in grado di dividere con un'apatia preoccupante. A Piacenza c’è o non c’è da tempo il problema del Palabanca? E che si risolva, vivaddio.
Certo, pure i due presidenti – capaci e geniali finché si vuole – ma farebbero saltare le coronarie anche a Giobbe per le sparate che fanno. Se davvero amano gli sport nei quali hanno investito fior di quattrini e di energie, viene da pensare che un po’ di equilibrio non guasterebbe, soprattutto in una città che sta ancora brillando per i successi su cui adesso, proprio adesso si rischia di gettare fango.
E basta dare un'occhiata nel recente passato sportivo di questa curiosa città per trovare la sconsolante conferma della tendenza autodistruttiva tutta piacentina. Si pensi alla parabola di un Piacenza Calcio che dalla serie A è precipitato alla serie D passando per un fallimento condito da personaggi grotteschi. Si pensi alla pallanuoto che ha squadre d'alto livello che non possono allenarsi né giocare a Piacenza perché non c'è la piscina. Si pensi a una pallacanestro arrivata alla serie A2 e ora praticamente scomparsa nel nulla. Senza contare le recenti liti da bar che hanno coinvolto i dirigenti del Piacenza Calcio e del Pro Piacenza, neo promosso in Lega Pro. Regge solo il rugby in serie A: teniamocelo stretto.