“Ikea, vogliamo lavorare in sicurezza”. La petizione corre via web

Mattina tranquilla al deposito Ikea dopo l'accordo temporaneo raggiunto ieri in prefettura. Al momento alcuni lavoratori del Sì Cobas stazionano davanti ai cancelli del deposito 2, ma senza intralciare chi vuole andare a lavorare. Nel frattempo in rete corre una petizione per chiedere “di poter lavorare e lavorare in sicurezza”. Ecco quello che sta circolando in rete, via facebook e via twitter, da qualche ora. Si chiama la petizione di Abdelahdi, dal nome del lavoratore che l’ha promossa. La pubblichiamo qui di seguito specificando che ha già sorpassato le 100 sottoscrizioni.

Radio Sound

 

“Con la presente è nostra premura portare a conoscenza la tragica situazione instauratasi ai cancelli dello stabilimento IKEA 2 di Piacenza, dove uno sparuto manipolo di operai richiamati e sospesi dal lavoro per gravi inadempienze, con l’appoggio del sindacato SI Cobas e membri di alcuni centri sociali, impedisce l’accesso al lavoro ad oltre 500 dipendenti (con intimidazioni e minacce) ed ai mezzi destinati alle operazioni di carico e scarico merci, creando di fatto un danno incalcolabile ai lavoratori ed alle strutture coinvolte.

LA NOSTRA E’ UNA NAZIONE FONDATA SUL LAVORO E QUANDO QUESTO NON PUO’ ESSERE SVOLTO A CAUSA DI QUESTIONI DI ORDINE PUBBLICO, LE AUTORITA’ PREPOSTE DEVONO FARSI GARANTI IN DIFESA DI TALE DIRITTO.

Teniamo a precisare che questa situazione non è la prima volta che si viene a verificare, già negli anni passati le stesse persone si sono rese protagoniste di episodi analoghi, senza tener conto inoltre dei continui boicottaggi e rallentamenti (ad opera degli stessi individui) ravvisabili durante il normale ciclo produttivo.

CON QUESTA PETIZIONE CHIEDO CHE IO ED I MIEI COLLEGHI POSSIAMO RIENTRARE A LAVORARE IN SICUREZZA E CHE SIANO DEFINITIVAMENTE ALLONTANATI QUEI SOGGETTI RESPONSABILI DI AZIONI CHE NULLA HANNO A CHE VEDERE CON ASPETTI SINDACALI, MA CHE SONO ESPRESSIONE DI VIOLENZA E INCIVILTA’ QUOTIDIANA.

AIUTATECI A TORNARE A LAVORO PERCHE’ LE NOSTRE FAMIGLIE HANNO BISOGNO DI NOI!”.