Estenuante trattativa in prefettura sul caso Ikea, venerdì 9 maggio, dopo le manifestazioni e gli scontri con le forze dell’ordine avvenuti nei giorni scorsi davanti ai cancelli del magazzino di Le Mose da parte degli aderenti al sindacato Si Cobas, che protestavano per la sospensione di 33 lavoratori da parte della cooperativa San Martino. Presenti, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, i rappresentanti della cooperativa e l'amministratore delegato di Ikea Italia, Lars Pettersson, oltre al presidente della Provincia Massimo Trespidi. Il sindaco Paolo Dosi e, naturalmente, il prefetto Anna Palombi. Sul tavolo, non solo il metodo per risolvere la vertenza che prosegue da un anno e mezzo ma anche la permanenza del più grande stabilimento del colosso svedese del sud Europa a Piacenza.
"Chiederemo ai Cobas di rimuovere i blocchi lunedì e intavolare una trattativa, permettendo il ritorno alla produzione. Non possiamo permettere che a Piacenza viga l'illegalità e che la nostra città diventi teatro di rivendicazioni antagoniste". È stato chiaro il sindaco, a cui ha fatto eco il presidente della Provincia. Unanimi infatti le posizioni delle istituzioni nel condannare l'atteggiamento del sindacato di base ma anche nel voler trovare una soluzione per vie sindacali e non con l'utilizzo solo della forza. Ma, hanno assicurato entrambi, "se i Cobas continueranno con questo atteggiamento a bloccare l'attività, le forze dell'ordine saranno messe nelle condizioni di ripristinare la legalità". Il che, tradotto, significa sgomberi con l'utilizzo dei reparti anti sommossa che martedì, alla prevista riapertura, avranno il via libera per l’utilizzo di tutti i mezzi a loro disposizione. Anche se, è stato precisato, “non deve significare l'uso della violenza”.
E’ stata comunque una riunione che, a parte la durata (quasi tre ore e mezzo, ndr), si è svolta nel caos. Da una parte le istituzioni (Comune e Provincia) concordi nel tornare alla produttività del sito, anche per non vanificare la manifestazione dei 250 dipendenti (non iscritti ai Cobas) che, proprio in mattinata, hanno chiesto di poter tornare a lavorare. Dall’altra la cooperativa San Martino (che gestisce il personale all’interno del magazzino) che ha intavolato un vero e proprio braccio di ferro a distanza – via telefonica – con i rappresentanti del Si Cobas sulle modalità di sblocco dei cancelli: la coop ha chiesto che prima venissero tolti i picchetti e poi si sarebbe potuto trattare ad un tavolo. I Cobas, dal canto loro, hanno chiesto che prima si potesse trattare e poi, eventualmente, avrebbero tolto i blocchi ai cancelli. In mezzo Ikea, con l'ad Lars Pettersson che ha atteso per ore una schiarita che non è arrivata e alla fine ha lasciato la riunione stizzito: "La nostra posizione è quella che trovate nel comunicato stampa, non ho altro da dire" ha detto scuro in volto. Non certo un bel segnale per il mantenimento del magazzino a Piacenza.
Da registrare, poi, durante il confronto tra le parti, la posizione del prefetto di grande garantismo. Sembra infatti che si sia accalorata più volte alla richiesta di chiusura totale verso i Cobas: "Non è una soluzione il non permettere lo svolgimento del corteo o escludere una parte – avrebbe detto, riferendosi al corteo che il sindacato di base terrà domenica per le vie cittadine -. La strada è quella sindacale e non solo con le forze dell'ordine. Il loro impegno è già stato portato avanti e non si può usare solo questo strumento. Non voglio difendere i Cobas ma questa parte non può essere esclusa dalle trattative".
Ma non sono finite qui le beffe di una riunione dai tratti surreali. In conclusione, dopo aver sottoscritto un comunicato stampa congiunto che chiederà ai Cobas di togliere i blocchi e intavolare una trattativa (fissata dal prefetto alle 11 di lunedì nel suo studio, in vista della riapertura martedì dello stabilimento ) la cooperativa San Martino, che pareva avesse aderito, ha invece smentito che parteciperà a questo incontro e lo ha fatto per bocca del suo vicepresidente e presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza. Dall’altra parte, i Cobas, hanno aderito all’incontro, mantenendo un presidio lunedì, anche a stabilimento chiuso. Insomma, nonostante la mobilitazione di istituzioni e rappresentanze sociali e il lungo confronto, la montagna sembra aver partorito un topolino e le posizioni essere rimaste pressoché invariate.
DI SEGUITO IL COMUNICATO CONGIUNTO COMUNE-PROVINCIA
A pochi minuti dalla conclusione del vertice in prefettura sul caso Ikea – alla presenza del prefetto, del sindaco, del presidente della Provincia, di Ikea, della Cooperativa San Martino e dei sindacati confederali – e al termine di una lunga giornata segnata da vertici e riunioni serrate Comune e Provincia ribadiscono la propria posizione.
“La rimozione dei blocchi ai cancelli da parte dei manifestanti che impediscono l’accesso sia dei lavoratori sia dei mezzi di trasporto nel sito del polo logistico Ikea – sottolineano il presidente della Provincia Massimo Trespidi e il sindaco di Piacenza Paolo Dosi – è un prerequisito essenziale e imprescindibile perché si possano affrontare serenamente le tematiche poste in evidenza. Resta fermo il diritto alla sicurezza dei lavoratori che va in ogni modo garantito.
E’ necessario dare riscontro anche a tutti i lavoratori del sito non partecipanti alla manifestazione per rispondere prontamente alle centinaia di sollecitazioni da parte di soci lavoratori della Cooperativa San Martino e di collaboratori Ikea che nel corso della giornata hanno richiesto alle istituzioni e all’azienda di tornare al più presto al lavoro. Il Comune e la Provincia sostengono pienamente tutti coloro che vogliono rientrare al lavoro”.
DI SEGUITO IL COMUNICATO DI IKEA ITALIA
LARS PETERSSON, A.D. DI IKEA IN ITALIA, HA INCONTRATO OGGI IL PREFETTO DI PIACENZA PER FARE IL PUNTO SUL BLOCCO DEL DEPOSITO 2 A LE MOSE. PURTROPPO NON SEMBRANO ESSERCI ANCORA LE CONDIZIONI PER UNA RIAPERTURA IN CONDIZIONI DI SICUREZZA DEI LAVORATORI. IKEA DECIDERA’ NEI PROSSIMI GIORNI COME ASSICURARE LA CATENA LOGISTICA A SUPPORTO DEI PROPRI PUNTI VENDITA.
Per IKEA la sicurezza e la dignità dei propri dipendenti e di quelli dei propri fornitori sono in cima alla lista delle priorità. Tuttavia la situazione venutasi a creare a Piacenza in seguito ai legittimi provvedimenti disciplinari emessi della Cooperativa San Martino verso alcuni soci lavoratori che avevano attuato comportamenti non conformi alla legalità e alle norme di sicurezza, impomne ad IKEA profonde riflessioni sul quadro di sicurezza e legalità entro il quale si svolge la sua attività e il lavoro dei suoi dipendenti e di quelli dei suoi fornitori.
“Per IKEA gli eventi che si sono verificati nel Deposito 2 si inquadrano totalmente e unicamente in un quadro di legalità e di sicurezza e nulla hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori, che sono totalmente garantiti e che stanno per essere ulteriormente arricchiti con trattative in via di definizione con i sindacati confederali.” afferma Lars Petersson, AD di IKEA in Italia “Ringrazio SE il Prefetto di Piacenza per l’opera svolta in questi giorni, tuttavia voglio sia chiaro che IKEA non può accettare che il proprio contributo di lavoro, e quindi di crescita, a questo paese sia messo sotto ricatto da comportamenti illegali a loro volta generatori di lotte e violenze. Tutto ciò non fa parte della nostra cultura, non fa parte dei nostri valori.
Lo scorso 14 aprile l’attività di un intero reparto del Deposito 2 IKEA a Piacenza veniva bloccata da 33 lavoratori della Cooperativa, impedendo lo svolgimento delle dell’attività dei colleghi del reparto e generando problemi in termini di sicurezza. Di conseguenza la Cooperativa San Martino ha provveduto a formalizzare per iscritto a quei soci lavoratori i fatti contestati, restando in attesa di ricevere le eventuali giustificazioni. La ragione che ha innescato tale blocco è stata la decisione del medico del lavoro di non adibire un lavoratore all’utilizzo del carrello elevatore per motivi di sicurezza e non certamente per scelta della Cooperativa San Martino, che anzi per non far perdere ore di lavoro a quel socio lo avrebbe comunque impiegato in altra attività. Come noto la prescrizione del medico di adibire temporaneamente un lavoratore ad altre attività è un obbligo di legge, in adempimento della tutela della sicurezza, non solo del singolo lavoratore, ma di tutti.
La Cooperativa San Martino è stata scelta da IKEA come fornitore di servizi su Piacenza al termine di un processo di selezione tenutosi nell’estate del 2013 e che ha coinvolto, oltre alla Casa Madre, consulenti esterni e professionisti del settore. La Cooperativa San Martino oltre ad avere i requisiti tecnici e organizzativi richiesti, rispetta anche quelli dello standard IWAY, il codice di condotta che IKEA applica a tutti i propri fornitori. In questi mesi la Cooperativa San Martino non solo ha garantito il pieno rispetto dei diritti sindacali e la libertà sindacale di tutti i propri soci lavoratori, ma ha anche deciso di applicare condizioni di miglior favore rispetto al CCNL: tariffa mensa agevolata pari a 3,00 euro a pasto, assicurazione integrativa di tipo sanitario, accordo di premio che ha permesso di erogare sino a 200,00 euro in più al mese oltre alla normale retribuzione.
Come è noto, a seguito delle contestazioni disciplinari, nel corso della settimana il deposito è stato oggetto di blocchi ai cancelli che hanno impedito l’accesso sia dei lavoratori che dei mezzi e in seguito a questo blocco, e in coordinamento con la Prefettura, IKEA ha deciso di sospendere le proprie attività sul Deposito 2 per una settimana per motivi di sicurezza e di ordine pubblico.
DI SEGUITO IL COMUNICATO DELLA FILT CGIL
“Crediamo che tutte le parti in causa dovrebbero fare due passi in avanti in un'ottica di risoluzione della conflittualità, per evitare altre contrapposizioni di piazza e problemi di ordine pubblico che possono sfociare, questo è palese, in problemi occupazionali che non ci possiamo permettere. Siamo molto preoccupati dopo il confronto di ieri in Prefettura. La Filt Cgil chiede il proseguimento delle trattative con le sigle confederali di categoria e vuole tornare al tavolo per chiudere il confronto in corso in queste settimane per il miglioramento delle condizioni normative ed economiche oggi applicate. Così Claudio Chiesa segretario generale Filt CGIL è intervenuto sulla vicenda Ikea. “I problemi non si risolvono con le bastonate, per risolvere i problemi si discute a un tavolo”.