Tensione all’Ikea, carica della polizia per sciogliere il blocco dei facchini

Neppure il secondo incontro tra sindacato Si Cobas e rappresentanti della cooperativa San Martino ha portato qualche risultato. Alle 16, dopo una piccola assemblea tra lavoratori sempre davanti ai cancelli, i facchini hanno preso atto della chiusura da parte dell'azienda e hanno deciso di continuare nella loro protesta. In che modo non è ancora dato sapere anche se nei prossimi giorni si attendono mattinate caldissime a Le Mose, al magazzino Ikea, che sembra tornato nella stessa condizione di instabilità di qualche anno fa, con manifestazioni e scontri con la polizia all'ordine del giorno. 

Radio Sound

Di seguito alcuni video degli scontri con la polizia questa mattina

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NOTIZIA ore 11.30 – Si è conclusa con un nulla di fatto, la trattativa tra Si Cobas e rappresentanti della cooperativa San Martino che gestisce i lavoratori all'interno del magazzino Ikea di Le Mose. Secondo quanto hanno riportato i sindacalisti, infatti, sembrerebbe che non fossero presenti i responsabili ma solo alcuni delegati della cooperativa e quindi è stato impossibile venire a capo della situazione. Ora i Cobas, che hanno tenuto una breve assemblea, si sono detti decisi ad andare avanti con la protesta e si ritroveranno con la dirigenza verso le 14 per intavolare un'altra trattativa.

E' comunque stata una lunga mattinata, quella davanti ai cancelli del magazzino della multinazionale svedese. Alle 5 alcuni dipendenti avevano bloccato la produzione – cioè l'accesso dei camion – ma l'intervento delle forze dell'ordine, che avrebbero caricato i manifestanti, ha riaperto l'ingresso. Così i lavoratori, che nel frattempo sono diventati sempre di più, si sono organizzati per rimanere davanti allo stabilimento e, all'arrivo dei rappresentanti sindacali, hanno instaurato una trattativa. Che però, come detto, si è conclusa per ora in un nulla di fatto.

Il tutto era nato dopo la sospensione di 33 operai da parte della cooperativa San Martino che aveva segnalato come, ieri, alcuni di loro avessero occupato un reparto per protestare contro l'esclusione di un compagno al quale era stata cambiata la mansione visto che gli era scaduto il patentino da carrellista. Secondo i Cobas, invece, la sospensione sarebbe dovuta alla volontà della cooperativa di "tagliare la testa" al sindacato, non riconosciuto dall'azienda, espellendo alcuni suoi aderenti. 

NOTIZIA ore 8.45 – Attimi di tensione questa mattina, 6 maggio, intorno alle 6 davanti ai magazzini Ikea di Le Mose. Circa 200 lavoratori hanno bloccato l’ingresso dei tir per protestare contro l’estromissione, a loro dire ingiustificata, di 37 colleghi. Sul posto è intervenuta la polizia in assetto antisommossa che ha caricato i manifestanti a colpi di manganello. Non si registrano feriti gravi. I lavoratori saranno affiancati, a partire dalla tarda mattinata, dai movimenti antagonisti di sinistra che interverranno per dare sostegno alla protesta dei facchini. 

A scatenare le nuove tensioni di questi giorni la decisione della cooperativa San Martino di licenziare una trentina di lavoratori operanti all’Ikea di Piacenza e di presentare un esposto in procura. “Ci lasciano a casa per pause caffè troppo lunghe” hanno lamentano i rappresentanti dei Si Cobas che ieri mattina, lunedì 5 maggio, hanno manifestato il loro disappunto davanti ai cancelli. I lavoratori, inoltre, lamentano di essere stati sostituiti da altri dipendenti provenienti da altri stabilimenti Ikea e accompagnati questa mattina allo stabilimento di Le Mose con un autobus.

 

IL COMUNICATO DELLA COOP SAN MARTINO

La Cooperativa San Martino, a tutela sua e dei propri soci (più di millecinquecento), ha ritenuto non più accettabile la situazione creatasi presso l’impianto IKEA ravvisando da parte di un numero limitato di soci lavoratori, azioni e comportamenti non più tollerabili e fuori da qualsiasi dettame contrattuale oltre che di norme e leggi di riferimento. Pertanto per tali lavoratori soci si é provveduto a formalizzare per iscritto i fatti contestati e come di norma siamo in attesa di ricevere le eventuali giustificazioni. Nello specifico i fatti contestati si riferiscono al blocco di un intero reparto, operato senza preavviso dalle persone che hanno ricevuto le lettere di contestazione, impedendo così lo svolgimento dell’attività di tutti i colleghi dell’area oltre a generare problemi in termini di sicurezza dei lavoratori stessi. E non risulta neppure comprensibile la ragione che ha innescato tale iniziativa: la decisione del medico del lavoro di non adibire un lavoratore all’utilizzo del carrello elevatore per motivi di sicurezza e non certamente per scelta della Cooperativa San Martino, che anzi per non far perdere ore di lavoro a quel socio lo avrebbe comunque impiegato in altra attività. La prescrizione del medico del lavoro competente di adibire temporaneamente un lavoratore ad altre attività è infatti un’azione imposta dalle norme e in adempimento di un obbligo imperativo gravante sul datore di lavoro di tutelare la sicurezza, non solo del singolo lavoratore ma di tutti i lavoratori. Auspichiamo da parte di tutti i soggetti coinvolti una posizione seria e responsabile e che la vicenda prosegua all’interno dei percorsi già previsti dalle norme di legge riportando il sito ad una situazione di normale operatività con beneficio di tutti i soci lavoratori. 

La Cooperativa San Martino garantisce il pieno rispetto dei diritti sindacali e la libertà sindacale di tutti i propri soci lavoratori applicando pienamente quanto 
previsto dalle norme vigenti.  La Cooperativa San Martino ribadisce la piena applicazione di quanto previsto dal  Contratto Nazionale di lavoro e delle norme in materia di lavoro, anzi arrivando ad applicare condizioni di miglior favore rispetto al Contratto quali ad esempio applicazione di tariffa mensa agevolata pari a 3,00 euro a pasto completo, piuttosto che l’attivazione per tutti soci lavoratori di assicurazione integrativa di tipo sanitario oltre a prevedere un accordo di premialità che ha permesso di erogare sino a 200,00 euro in più su base mensile oltre alla normale retribuzione.  Rimette pertanto in sede istituzionale, già da domani, la certificazione delle proprie affermazioni per porre fine alle pretestuose affermazioni e richieste di cui apprende notizia attraverso gli organi di stampa.  Alla Cooperativa San Martino non interessa ridurre i luoghi di lavoro in posti di “lotte” e “violenze” e se qualcuno vuole farlo in un momento così difficile per il tema “Lavoro” se ne assumerà le relative responsabilità 

Cooperativa San Martino

 

 

IL COMUNICATO SI COBAS

Liste di proscrizione, minacce di licenziamenti e contratto nazionale non rispettato. Pronti alla LOTTA! La costante azione antisindacale svolta dalle cooperative, SAN MARTINO e SIGMA, che hanno in appalto la movimentazione delle merci presso il deposito IKEA torna ad esprimersi con liste di proscrizione e minacce di licenziamenti con la copertura del colosso multinazionale del mobile low cost. Parlano di “tutela dei loro soci” ma quello che gli sta a cuore è il comando indiscusso nei magazzini ed i profitti che si mettono in tasca applicando contratti che non rispettano. Mentre parlano di “azioni e comportamenti non più tollerabili” sono i primi a tenere comportamenti apertamente antisindacali tesi a dividere i lavoratori per minarne l’agibilità e a violare ““qualsiasi dettame contrattuale oltre che di norme e leggi di riferimento“. La San Martino nel suo comunicato cerca di ridurre a minoranza quello che è un malessere diffuso. Un tentativo che dimostrerà di avere le gambe corte nei prossimi giorni. Al Sig. Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna, vice presidente e consigliere delegato della cooperativa San Martino e vice presidente e Amministratore delegato della società Piacentina, non è andata giù che i lavoratori operanti in Ikea si siano rifiutati di fare con lui assemblee divise per reparto quando la loro esplicita richiesta, ossia dei soci che vuole tutelare, era quella di farne una unica per avere chiarimenti sulla valanga di disciplinari che il sig. Maffi è dedito fare dalla sua poltrona di direttore e delle promesse mancate promesse fatte in fase di cambio appalto. Non è andata giù neanche vedere che i lavoratori difendono i propri delegati, non lasciandosi intimorire. Il comunicato della San Martino riduce la questione ad una banalità. La provocazione di oggi, con liste di proscrizione all’ingresso dei cancelli in stile caporalato, ha aperto le ostilità ricevendo l’immediata risposta dei lavoratori (non di una minoranza), alla quale segue ora la formale apertura dello stato di agitazione e sciopero a tempo indefinito dell’Organizzazione Sindacale SI.COBAS. Il SI.COBAS, di sicuro, mobiliterà tutto quello che può mettere in campo in questa battaglia allargando la lotta e la solidarietà attiva a lavoratori del Deposito IKEA. Il movimento autorganizzato dei lavoratori in questi anni si è esteso e rafforzato e siamo pronti ad una campagna di lotta, solidarietà e boicottaggio sul piano nazionale. Questo nuovo tentativo di licenziamento di massa per fare fuori il SI.COBAS dal magazzino IKEA riceverà la dovuta risposta. Assumeremo, di certo, “una posizione seria e responsabile”, come auspicato dalla San Martino, siamo pronti alla lotta!

Sindacato Intercategoriale Cobas
Coordinamento provinciale – Piacenza