Non esiste alcuna differenza tra i due farmaci Avastin e Lucentis per quanto riguarda la sicurezza del loro utilizzo da parte dei malati di maculopatia retinica.
E’ questa la conclusione di uno studio di revisione della letteratura scientifica, commissionato dalla Regione Emilia-Romagna a Cochrane, il più autorevole organismo non-profit internazionale indipendente in quest’ambito sanitario. Cochrane ha esaminato tutti gli studi scientifici internazionali che hanno valutato in chiave comparativa se si sono verificati problemi di sicurezza nell’utilizzo di Avastin (prodotto da Roche) e Lucentis (da Novartis), ovvero se esistono differenze di rilevanza clinica nelle reazioni avverse riscontrate sui malati curati con l’uno e l’altro medicinale.
Il board degli esperti di Cochrane ha considerato i più importanti cinque studi scientifici di confronto, per numerosità di pazienti coinvolti e per durata delle cure farmacologiche, realizzati da agenzie sanitarie governative di vari Paesi del mondo: lo studio statunitense CATT (1208 pazienti), l’inglese IVAN (610 malati), il francese GEFAL (500), l’austriaco MANTA (300) e il norvegese LUCAS (425).
Tutti gli studi considerati hanno confrontato direttamente i due farmaci: è emerso così un quadro scientificamente rigoroso e completo sui livelli di sicurezza dei due medicinali, tanto più esaustivo se si considera che normalmente, prima di commercializzare un farmaco, vengono eseguiti uno o due studi al massimo, e con confronti diretti solo tra il nuovo medicinale e il suo placebo.
Il risultato, come detto, stabilisce che non esistono differenze tra le reazioni avverse, quindi sui livelli di qualità e sicurezza dei due medicinali, per i malati trattati con Avastin o con Lucentis.
Proprio per questi farmaci, le due aziende produttrici a fine febbraio sono state multate dall’Antitrust con una sanzione di 180 milioni di euro, con l’accusa di fare cartello per imporre sul mercato quello più costoso (Lucentis).
La Regione Emilia-Romagna fin dal 2009, con delibera di giunta 1628/2009, aveva autorizzato gli ospedali del Servizio sanitario regionale, in base alle evidenze di studi scientifici indipendenti già allora disponibili, a utilizzare comunque Avastin, farmaco non autorizzato dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ma di comprovata efficacia. Avastin all’epoca aveva un costo per dose utilizzata di 16-20 euro contro i 1.000-1.100 euro di Lucentis, autorizzato invece dall’Aifa.
Secondo una recente stima della Regione, ogni milione di euro speso in più ogni anno per l’obbligo di utilizzare Lucentis in alternativa ad Avastin corrisponde a circa 12 medici, o 28 infermieri, o 34 ausiliari, oppure a 44.000 visite specialistiche.Ogni anno in Emilia-Romagna per maculopatia retinica sono curate in media circa 3.200 persone, per lo più ultra settantacinquenni.