Commissione comunale animata, quella di oggi, venerdì 2 maggio, che ha preso in esame le irregolarità sollevate dagli ispettori della Ragioneria dello Stato al Comune di Piacenza. Sul taccuino degli ispettori l’elenco di infrazioni commesse dal Comune è piuttosto lungo: mancato rispetto del principio di riduzione della spesa del personale per l’anno 2007; attribuzione di incarichi dirigenziali a tempo determinato in misura percentuale superiore a quella prevista dalle norme; conferimento di incarichi a soggetti esterni in difformità della vigente normativa; carenze nel procedimento di valutazione del Segretario comunale per mancata assegnazione in via preventiva di specifici obiettivi. Più una serie di altri rilievi. Il periodo di contestazioni spazia dal 2008 ad oggi e abbraccia, oltre all’amministrazione Dosi, anche il secondo mandato del sindaco Reggi. Il Comune dovrà prontamente intervenire e correggere le irregolarità individuate dal ministero, ma intanto la polemica politica si è già innescata.
A fronte di tali infrazioni si è svolta la relazione del sindaco Paolo Dosi: "L'ispezione condotta nell'ottobre 2013, con la visione di 300 documenti da parte di un'ispettrice, contiene alcune criticità (sopra elencate, ndr) e pur avendole rese note quindici giorni dopo non c'è stata l'intenzione di nasconderle. Ricordo che la nostra amministrazione nel 2012 era stata premiata per virtuosità e trasparenza. Le controdeduzioni necessiteranno tempo. L'orientamento è, come giunta, di avvalerci di un parere esterno di natura specialistica e non poteva essere chiesto all'interno dell'ente. Non per mancanza di fiducia, ma perché alcuni rilievi coinvolgono parti dell'ente stesso. Abbiamo intenzione di compiere tutti i passi in coerenza con le disposizioni normative. Gli uffici hanno operato sempre in eccesso di zelo, cioè in modo che non potessimo offrire il fianco ad eventuali ricorsi o compromettere le azioni dell'ente".
È entrato nello specifico l'assessore al Bilancio, Luigi Gazzola: "Le materie sono contabilità, contratti e personale. La relazione è di 100 pagine e i temi sono vasti; 27 in totale e l'esito è di 8 rilievi. Direi che ci è andata di lusso, rispetto ad altre città. Le ispezioni devono essere viste in modo positivo, perché servono tante volte a correggere delle discrepanze nell'attuazione delle norme. Non è una sentenza ma semmai possono considerarsi 'capi di imputazione' che ci dicono di adeguarci a questi rilievi. Ci prenderemo il tempo necessario per confutarli là dove siano confutabili".
Non si sono fatte attendere le bordate da parte dell’opposizione. E’ partito il consigliere di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti: “Parlate di trasparenza quando il 18 aprile avete fatto una conferenza stampa poco prima di quella che era stata fissata dall’opposizione proprio su questo tema per non fare una figuraccia e sapevate che giacevano due richieste di accesso agli atti. Inoltre avete detto di volervi prendere il tempo necessario, ma la relazione parla chiaro: avete 30 giorni per rispondere. Terza questione, toccata vagamente dal sindaco, sul parere esterno. Chiedo a chi verrà affidato? Questa è trasparenza. Quel che da più fastidio, però, è la spocchiosità con la quale rispondete. Non è vero che non siano rilievi gravi, a differenza non obbligherebbe a rimuovere le irregolarità ma di valutarne l’opportunità”.
Si è invece attenuto alla relazione, il consigliere di Pdl-ForzaItalia, Marco Tassi: “Il Comune di Piacenza, come si legge, che deve rimuovere le irregolarità e le criticità comunicando questo servizio. È una diffida ad adempiere e non un consiglio. Ma va anche oltre, prevedendo altri passaggi se non si procederà a ripondere per tempo e in modo aderente. Non è una bella immagine per l’amministrazione, almeno imparate dagli errori”..
Molto duro anche il consigliere della Lega Nord, Massimo Polledri: “Quelle messe in atto da sindaco e assessore mi sembrano delle sottovalutazioni e delle ostentazioni di tranquillità preoccupanti. Nei corridoi c'era preoccupazione da tempo e dell'ispezione si sapeva da mesi. La Ragioneria, ricordo, che controlla tutti e persino il Parlamento risponde subito, non se la prende comoda come è stato fatto intendere dall’amministrazione. Ma negli anni in cui era in carica, il nostro direttore generale che veniva pagato più dei deputati cosa faceva? E mentre l’ex sindaco Reggi lo difendeva a spada tratta. Eppure aveva uno stipendio superiore a quello degli omologhi di Firenze e Milano. E ora il ‘signor 150mila euro’ ci lascia otto rilievi? C'è censura nella maggioranza nei confronti di questo strapagato! Avete almeno chiesto una risposta da parte sua e da chi ha avuto molto da questo Comune in quegli anni? I premi al direttore generale per obiettivi raggiunti, a fronte di queste irregolarità, pensate di revocargliele?”.