Corteo “antagonista”: “E’ una giornata di lotta, non di festeggiamenti”

C’erano anche presenze da Bologna, Pavia e Bagnolo Cremasco a sostenere il messaggio della manifestazione che ha preso il via oggi pomeriggio dai Giardini Margherita e si è snodata lungo via Roma e via Cavour, fino a piazza Cavalli.

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Il corteo è stato organizzato dal Network Antagonista Piacentino (NAP) per ribadire che il Primo maggio non è più una giornata di festa ma di lotta, come ha affermato Carlo Pallavicini: “Non c’è nulla da festeggiare se in Italia ci sono 4 milioni di disoccupati e gli occupati sono sottoposti a condizioni lavorative capestro. A Piacenza, con le lotte di Ikea, GLS e TNT siamo stati un esempio per tutta Italia e oggi siamo in piazza perché vogliamo dire che da quelle conquiste non si retrocede, anzi vogliamo estendere i diritti di casa, reddito e dignità, soprattutto ai giovani. Tutto il contrario di quanto sta facendo il governo Renzi con la guerra ai poveri promossa attraverso misure come il piano casa e il Jobs Act”.

Pallavicini, poi, nella sua breve introduzione prima dell’ avvio del corteo, ha rivolto un pensiero ad Aldo Milani, leader nazionale SiCobas, destinatario di un foglio di via per il quale non potrà mettere piede a Piacenza fino al 2016. “Noi siamo in piazza anche per questo – ha continuato Pallavicini – perché pretendiamo il ritiro di queste misure infami”.

A rappresentare il sindacato, nella nostra città molto attivo nella logistica, c’era Edoardo Pietrantoni per il quale è difficile, oggi, parlare di festa. “Questa piazza si mobilita, congiuntamente ad altre piazze, per questa giornata importante, carica di storia e di valori nel corso del quale dobbiamo riflettere perché sono ancora molti i problemi da affrontare nel mondo del lavoro”.

Con i suoi 81 anni era sicuramente la manifestante “meno giovane” oggi in piazza e sicuramente quella con più esperienza: stiamo parlando della signora Dora, che Carlo Pallavicini ci presenta come memoria storica delle battaglie per i diritti civili. La signora ha espresso ai nostri microfoni la preoccupazione per il momento che stiamo vivendo, “Noi abbiamo lottato per i nostri diritti, abbiamo fatto tante battaglie e ora, mano a mano, ci stanno togliendo tutto. Io sono indignata”.