Pro Piacenza fuori dal Comune: “La nostra è una favola”

Ci sono tutti. Dirigenti, staff tecnico, giocatori, magazzinieri. Il Pro Piacenza arriva al gran completo in pullman davanti a Palazzo Mercanti. Ad attenderlo  ci sono il sindaco, Paolo Dosi, e l'assessore allo Sport, Giorgio Cisini, che consegneranno una Coppa alla società rossonera per la promozione in Lega Pro. "Siamo qui per celebrare un risultato molto importante per tutta la comunità piacentina. Lo sport – ha detto Dosi – ha portato Piacenza a farsi conoscere sui palcoscenici nazionali, coltivandolo anche a livello giovanile. Dopo due anni Piacenza si ripresenta nel campionato professionistico, e questo grazie a voi". "Fin dal giorno del nostro trionfo – ha spiegato il presidente del Pro, Domenico Scorsetti – ho detto che dedichiamo questa vittoria alla città di Piacenza, che ha sempre avuto un grande passato nel calcio. In soli due anni abbiamo riportato tra i professionisti una squadra di quartiere. Siamo partiti per vincere il campionato e ci siamo riusciti. Volevamo portare gente al Siboni e anche questo è stato fatto. Ora vogliamo onorare la serie C e chiediamo alle istitutizioni e agli imprenditori piacentini di supportarci e di starci vicino, così come hanno fatto fino ad adesso". Poi la parola è passata al main sponsor, Bruno Giglio. "La presenza dell'amministrazione  – ha sottolineato – ci fa sentire più sicuri. Vedere una squadra come il Pro tra i professionisti è davvero una rarità. Questi ragazzi sono stati eccezionali, sia sul campo sia fuori. L'amalgama tra giocatori esperti e giovani è stata, grazie al diesse Francani, davvero perfetta, così come lo staff tecnico, a cominciare dal mister Franzini. Quello che ha fatto la famiglia Garilli è stato importantissimo, e visto che siamo arrivati nel calcio professionistico non possiamo non ricordarlo. La nostra – chiude Giglio – è una favola". Anche Arnaldo Franzini e il capitano del Pro, Luca Matteassi, hanno ringraziato istituzioni e società, così come Renzo e Pietro Tacchini e Alberto Burzoni, anche loro al tavolo della sala del Consiglio.

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