Fagioli condannato a 15 anni per reati fiscali. Il pm ne aveva chiesti 12

L’imprenditre di Castelsangiovanni Marco Fagioli, 54 anni, è stato condannato a 15 anni di reclusione e alla confisca di tutti i beni in suo possesso per l’accusa di bancarotta e false fatturazioni. E’ l’ennesima condanna “maggiorata” emessa dai giudici piacentini a fronte della richiesta formalizzata dalla stessa pubblica accusa: il pm Antonio Colonna infatti aveva chiesto 12 anni di reclusione. Tre anni e tre mesi di reclusione invece per Paola Gobbi Cavanna, moglie di Fagioli, accusata di concorso esterno nei reati fiscali commessi secondo l’accusa dal marito. Anche per lei il pubblico ministero aveva chiesto una pena più bassa: un anno e mezzo di reclusione. Entrambi gli imputati sono stati assolti dall’accusa di circonvenzione di incapace.

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Gli avvocati della difesa di Marco Fagioli, che attualmente si trova agli arresti domiciliari in una comunità, hanno commentato in questo modo la sentenza di condanna: “Ormai il nostro tribunale ci sta abituando a questo tipo di impostazione – ha detto Franco Livera – Mi rileggerò il dispositivo. Francamente mi sembra che sulla entità della pena ci sia molto da osservare e replicare in sede di impugnazione. Le sentenze vanno rispettate, ma per fortuna esiste l’appello e in quella sede la difesa esprimerà tutte le sue motivazioni”. Ha rincarato la dose il collega Mario Bonati. “Faremo appello, valuteremo capo per capo. Questo è un tribunale autoreferenziale che a perso il senso della dosimetria con vicende più gravi e importi diversi. Avrebbero dovuto leggersi anche la pena che ha preso il cavalier Tanzi nel crac del secolo”.

Sorpreso dalla sentenza anche l’avvocato Paolo Fiori, che assisteva la moglie, Paola Gobbi Cavanna.

“A dire poco è stata una sentenza dura, faremo appello certamente. I parlo per la mia cliente. Credo sarebbe stata giustizia una assoluzione completa. Ancora meno comprensibile che si sia andati più che raddoppiare la richiesta del pm che già di per sé non era giustificata. Ne riparleremo in appello e confidiamo di avere un verdetto adeguato alla realtà di questo caso”.