Liberazione, a Piacenza ricordo di Mario Cravedi sulle note di “Bella ciao”

Sulle note della popolare canzone "Bella Ciao" la Banda Ponchielli ha guidato in piazza Cavalli il tradizionale corteo del 25 aprile, nella ricorrenza del 69° anniversario della Liberazione d’Italia. Sindacati, membri dell'Anpi, partiti politici e in testa le autorità civili e militari hanno sfilato lungo Corso Vittorio Emanuele sostando per alcuni minuti di fronte al monumento ai Caduti della Resistenza, all’incrocio con stradone Farnese, dove è stata deposta una corona d’alloro. I partecipanti hanno proseguito poi sino a piazzetta Mercanti, dove si sono tenuti gli interventi delle autorità, preceduti dalla deposizione di altre corone d’alloro nel Sacrario dei Caduti sotto i portici di Palazzo Gotico. Il primo a salire sul palco è stato il presidente della Provincia Massimo Trespidi che ha sottolineato l'importanza di "lottare per la democrazia, mostrando coraggio soprattutto in questo periodo di difficile crisi economica". Dopo di lui il sindaco Paolo Dosi che ha ripercorso le fasi storiche della Resistenza. Entrambi hanno voluto ricordare la figura di Mario Cravedi, storico presidente dell'Anpi scomparso nell'ottobre scorso. Lo stesso tributo è stato rivolto dal neo presidente dell’associazione, Stefano Pronti: “Io raccolgo l’eredità di Mario con estrema modestia e cercherò di ricoprire il mio ruolo con grande spirito di servizio, cosciente di tutti i miei limiti. Io non ho partecipato direttamente alla lotta per la Resistenza, ma voglio ugualmente trasmettere  quei valori che io, a mia volta, ho assorbito, imparato e condiviso pienamente”.

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Al termine sono intervenuti tre studenti che hanno condiviso le loro riflessioni alla luce del viaggio della memoria a Flossemburg, vissuto recentemente.  Alle 11, si è poi tenuta la celebrazione religiosa officiata nella basilica di San Francesco.

Presenti ancora alcuni partigiani che hanno vissuto e partecipato alla Resistenza in prima persona, tra loro Ugo Magnaschi: “Avevo 16 anni e rimasi ferito gravemente, ma ero felice perché sapevo che combattevamo per la libertà, per cambiare, per dare un futuro ai giovani, alle donne, ai lavoratori, a tutti gli italiani. E oggi purtroppo ci ritroviamo in un mondo che un po’ è effettivamente cambiato, ma non come avremmo voluto noi”.

Ma insieme ai partigiani di ieri ci sono anche quei giovani che si definiscono partigiani del presente perché, spiegano, la Resistenza oggi non è finita, anzi: “Dobbiamo raccogliere l’eredità della lotta per la Liberazione e attualizzarla – spiega Isotta dell’Anpi Giovani – oggi è la Resistenza contro le mafie, è la Resistenza ecologista e ambientalista, è la Resistenza per il lavoro e per i diritti, è la Resistenza per la difesa della donna”.

Presente anche Gianluca Zilocchi, neo segretario della Cgil: “E’ bello e importante ricordare i sacrifici di chi è morto per la libertà, e poi quest’anno ci troviamo a compiangere lo storico rappresentante della Resistenza piacentina Mario Cravedi che ha fatto tanto per questa città, per il lavoro, per i giovani, per la giustizia e per i diritti civili. Una figura che non si può dimenticare”.

“Giornate come questa sono fondamentali per tenere vivo il ricordo della Resistenza soprattutto nei giovani – spiega l’assessore comunale Giulia Piroli – e l’Amministrazione ha proprio questo compito, diffondere la cultura della lotta per la libertà nelle nuove generazioni”.