La stagione del teatro Verdi prosegue sabato 26 aprile (ore 20,30) con la rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi. Protagonisti saranno Rossella Redoglia (Aida), Kayoko Kono (Amneris), Akira Katsumata (Radames), Toshihiro Tachibana (Amonasro), Takayuki Ito (Ramfis), Angelo Lodetti (Il Re d’Egitto), Barbara Aldegheri (Sacerdotessa), Bruno Nogara (Messaggero). Al pianoforte Kyoko Yazaki, mentre a dirigere il Coro lirico di Piacenza sarà Eiichi Tomabechi.
L’azione si svolge all’epoca dei faraoni, durante la guerra tra Egitto ed Etiopia.
ATTO I
Scena 1. Una sala del palazzo del faraone a Menfi. IL gran sacerdote Ramfis annuncia a Radamès, capitano della guardia del faraone, che la dea Iside ha già designato il comandante supremo delle forze egiziane che combatteranno contro gli Etiopi insorti, ma se ne ignora ancora l’identità. Radamès esprime il suo desiderio di essere lui il prescelto per la missione, quindi canta il proprio amore per Aida, una schiava etiope che è al servizio di Amneris, la figlia del faraone.
Amneris che è innamorata di Radamès, cerca di capire se lui nutre qualche sentimento nei suoi confronti. Il capitano evita di rispondere alle sue domande, malgrado l’insistenza di lei. I timori di Amneris sono confermati dall’espressione di ammirazione che si dipinge sul volto di di Radamès appena Aida fa il suo ingresso: ora conosce il nome della sua rivale. Arriva un messaggero che conferma l’attacco degli Etiopi: sono condotti dal loro sovrano, Amonasro, che altri non è che il padre di Aida. Il faraone convoca un’assemblea e rivela quindi il nome di colui che guiderà le armate egiziane: Radamès. Amneris gli dona il vessillo con cui marcerà alla testa delle sue truppe e tutti si dirigono al tempio di Vulcano per invocare la protezione divina dopo aver intonato un canto di guerra. Rimasta sola, Aida dichiara tutta la sua sofferenza, divisa com’è tra il suo amore per Radamès e la fedeltà che deve al suo popolo e a suo padre, tra l’amore e il dovere. Soltanto la preghiera sembra alleviare le sue pene.
Scena II. Il Tempio di Vulcano a Menfi. I sacerdoti invocano il dio Phtah, il gran sacerdote consacra la spada di Radamès, che si unisce alla preghiera.
ATTO II
Scena I. Negli appartamenti di Amneris. Giunge la notizia della vittoria di Radamès; Amneris, circondata dalle sue schiave, si veste e si prepara a riceverlo. La figlia del faraone si duole con Aida per la sconfitta del popolo della sua schiava e, con cattiveria, le annuncia che Radamès è morto in battaglia. Aida a questo punto non riesce più a dissimulare e rivela i suoi sentimenti: prima il suo dolore, poi la gioia che le illumina il volto quando Amneris le dice di averle mentito e che Radamès è vivo fanno capire che Aida ama il condottiero. Da questo momento, le due donne sono rivali dichiarate. Aida canta il proprio amore, che è il suo solo bene, mentre la figlia del faraone medita la sua vendetta. Lasciando da parte per un momento la loro rivalità, le due vanno a festeggiare il ritorno dei vincitori.
Scena II. Alle porte di Tebe. Questa scena presenta un ricchissimo tableau, un vero e proprio spettacolo di grand opèra, in cui si succedono inni trionfali, balletti marce e celebrazioni di vario genere.
Amonasro è tra i prigionieri. Il sovrano etiope, che è stato riconosciuto da sua figlia Aida, le chiede di tacere la sua vera identità e fa credere agli Egizi di aver assistito alla morte del suo re; chiede al faraone di rendere la libertà a tutti i suoi. Radamès è favorevole alla richiesta e il faraone sarebbe d’accordo, ma Ramfis e i sacerdoti, che sono contrari, ottengono che Amonasro e Aida restino a corte come ostaggi. Mentre il re d’Egitto nel corso di un fastoso concertante concede la mano di Amneris al comandante vittorioso, Amonasro comincia a meditare vendetta. Aida è prostrata, ma Radamès le assicura che non è disposto a rinunciare a lei e al loro amore.
ATTO III
Sulle rive del Nilo. Il tempio di Iside si innalza tra le palme, dove pregano Amneris, Ramfis e il suo seguito di sacerdoti. Aida, nascosta, attende Radamès: mentre ricorda la sua patria, viene sorpresa dal padre. In un duetto rude e teso, Amonasro pretende che la figlia lo aiuti a favorire la vittoria del suo popolo: la giovane dovrà scoprire quale strada seguirà l’esercito egizio per l’attacco del giorno dopo; Radamès, che conosce l’itinerario segreto, glielo rivelerà. Aida è costretta, suo malgrado, a obbedire al padre; mentre Radamès arriva, Amonasro si nasconde tra le palme, per ascoltare la conversazione. Dopo i primi momenti, pieni di grande lirismo, Aida, seguendo gli ordini del padre, propone di fuggire con lei; nel momento in cui lui acconsente, lei gli domanda quale via dovranno seguire per evitare di incappare nell’armata del faraone. Radamès, ingenuamente, le risponde che seguiranno la stessa via che verrà battuta dall’esercito l’indomani, quella delle gole di Napata; a questo punto il re etiope esce dal nascondiglio cantando vittoria. Radamès si sente ingannato e disonorato. I tre, sorpresi da Amneris e dalle guardie, vengono tratti in arresto. Radames consegna la spada, mentre Aida e suo padre fuggono.
ATTO IV
Scena I. Nel palazzo del faraone. Nel corso della fuga, Amonasro è stato ucciso, ma Aida è riuscita a scappare. Amneris è disperata: ama ancora Radamès e lo supplica di discolparsi presso i giudici. Radamès rifiuta: ammette di aver rivelato un segreto militare, anche se solo per imprudenza. Ma amerà sempre Aida e non rinuncerà mai al suo amore. Si tiene il processo. I sacerdoti chiedono invano al condottiero di discolparsi, ma Radamès tace; questo atteggiamento lo rende colpevole ai loro occhi, dunque viene condannato a morte: sarà sepolto vivo. Amneris si scaglia contro i sacerdoti maledicendoli.
Scena II. Due piani sovrapposti all’interno del tempio di Vulcano. Radamès, chiuso nella tomba, si prepara a morire serenamente quando d’improvviso appare Aida, che è riuscita a introdursi furtivamente nel sotterraneo per accompagnare nella morte l’uomo che ama. E’ l’inizio di un lungo e commovente duetto. Aida e Radamès immaginano la nuova vita che li attenda nell’aldilà. All’esterno, i sacerdoti intonano un canto funebre e Amneris, in lacrime, implora gli dei che a Radamès sia accordata la pace.