Violenza sessuale su una 12enne, zio e fratello condannati a 4 anni e 2 mesi

Erano accusati di aver picchiato e violentato una 12enne per tre anni soggiogandola e costringendola al silenzio. Sono stati condannati entrambi a 4 anni e 2 mesi di reclusione i due ivoriani di 39 e 21 anni, rispettivamente zio e fratello della giovane vittima. La sentenza è stata pronunciata mercoledì 23 aprile dal gip Giuseppe Bersani dopo che il piemme Antonio Colonna aveva rispettivamente chiesto 6 anni per il nipote e 3 anni e 8 mesi per lo zio. Come detto Vittima di questa inquietante vicenda avvenuta in un paese della cintura piacentina, è una giovanissima ivoriana, oggi 15enne. Ne aveva però solo 12 quando iniziò il suo calvario. Solo grazie all'intervento di una psicologa della scuola e alle successive indagini della sezione minori della squadra mobile, è stato possibile arrestare i due aguzzini. Lo zio, 39 anni, e il fratello solo 21, eil primo in carcere, il secondo ai domiciliari. "Una situazione degradante e sconcertante" avevano dichiarato il procuratore capo Salvatore Cappelleri e il piemme Antonio Colonna. Tutto era iniziato nel 2011 da una semplice infatuazione della ragazzina nei confronti dello zio che viveva in famiglia. Da lì le attenzioni dell'uomo sono diventate sempre più morbose fino a trasformare il rapporto in una relazione sessuale. È a quel punto che la giovane avrebbe voluto chiedere aiuto a qualcuno, senza però riuscirci. Quando il fratello ha scoperto quello che accadeva tra le mure domestiche, invece di aiutarla, si è accanita su di lei costringendola a rapporti sessuali sotto le minacce di rivelare tutto a mamma e papà. Genitori spesso assenti: padre che non si era accorto di nulla, madre che forse sapeva ma che preferiva stare zitta. Durante un colloquio della ragazzina con la psicologa della scuola ecco trapelare qualcosa. Da quel momento, dall'inizio dell'anno, sono scattate le indagini della polizia culminate con l'arresto dei due avvenuto il 13 dicembre scorso. In aula erano presenti entrambi gli imputati: lo zio, assisitito dall'avvocato Guido Gulieri il quale aveva chiesto al giudice di riconoscere le attenuanti dettate dal fatto che la giovane sarebbe stata consenziente ai rapporti sessuali; e il fratelllo, assistito dall'avvocato Paola Piccoli che ne aveva invece chiesto l'assoluzione dal momento che "il mio assistito ha sempre negato ogni addebito sostenendo che la sorella si era inventata tutto" ha spiegato il legale. Il giudice ha invece condannato entrambi alla stessa pena: 4 anni e due mesi di reclusione.

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