Alla galleria d'arte contemporanea “Studio C” di via G. Campesio, 39 si tiene la mostra personale di Maurizia D'Ippolito dal suggestivo titolo “Vuoi giocare con me?”.
Nata a Monfalcone (GO), ma residente a Latisana, in provincia di Udine, Maurizia D'Ippolito è un'artista di vasta esperienza, con alle spalle un ampio e articolato curriculum critico-espositivo. Importante, nella sua formazione artistica, l'incontro con la prof.ssa Lusa che, assecondando le sue doti naturali e il suo desiderio di ricerca, l'ha introdotta alle prime sperimentazioni con il collage, la tempera e altri materiali. Ma poi, la nostra artista ha sentito il fascino delle Avanguardie Storiche ossia di quei movimenti che, dalla fine dell'800 e poi per tutto il 900, hanno profondamente inciso sull'arte contemporanea fino a modificarla nelle forme e nei contenuti: in modo particolare, ha sentito il fascino dell'Astrattismo Geometrico e del Cubismo, è rimasta colpita dal nuovo modo di intendere e concepire lo spazio, i volumi, la scomposizione cromatica. Così anche le sue creazioni hanno iniziato a modificarsi, a scomporsi e ricomporsi, a de-strutturarsi e ri-strutturarsi in forme e colori fino a giungere all’attuale espressione dove, ai cromatismi dei pigmenti, si aggiungono luminose e cangianti carte stagnole che danno luce e vita ai dipinti, che si propongono come nuovo e coinvolgente linguaggio estetico.
Linguaggio estetico, quello del collage, che ha una storia antichissima, ma che da noi ha trovato sviluppo e applicazione solo nel ‘900 all’interno, appunto, di alcuni esponenti delle così dette Avanguardie Storiche. Nel caso di Maurizia D’Ippolito, poi, l’uso del residuo cartaceo applicato sulla tela o sulla tavola, si veste di nuovi contenuti e significati: non manipolazione della realtà, come nel caso della Pop-Art, non ricerca della tridimensionalità né presupposto di denuncia sociale o registrazione di fenomeni legati al consumismo diffuso e dilagante, ma elemento intrinseco e vitale del quadro stesso, parte integrante di esso, elemento originale che sostituisce o rafforza il colore, forma estetica che imprime luce e movimento alle sue creazioni.
Tecnica davvero unica e interessante, questa, quasi un nuovo codice espressivo, un calligrafismo artistico fatto di varie e colorate tassellature che, come in un mosaico, si incastrano le une alla altre per ottenere splendidi e variopinti paesaggi ai limiti dell’astrazione, figure raccolte e pensose, composizioni cromatiche di elevato gusto estetico. L’effetto conclusivo, luminoso e accattivante, sintetico e colorato, è quello di una festosa scenografia che rivela grande senso compositivo e raffinata eleganza.
Espressione che proviene dalla luce e che, nella luce cangiante dei materiali e delle forme, trova la sua ragione di essere fino a trasformarsi in lirica visione, in intima e sentita poesia.
“Vuoi giocare con me?”, un titolo sintetico ed emblematico che vuole coinvolgere direttamente l’osservatore nell’interessante percorso espositivo, portarlo ad interagire con le opere esposte, a cercare, all’interno di ognuna di esse, i giochi della luce sulla stagnola, il dinamismo delle forme, il linguaggio misterioso dei colori e dei materiali.
Un modo nuovo e diverso di osservare una mostra, un vero e proprio gioco dove lo sguardo di ognuno diventa protagonista.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 15 maggio.
Orari: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura