“Esprimiamo il nostro pieno supporto ideale e fattivo al percorso di accoglimento e sistemazione delle persone “richiedenti protezione internazionale” arrivate a Piacenza negli scorsi giorni”. La Camera del lavoro di Piacenza in una nota a firma del segretario Gianluca Zilocchi ha teso la mano ai 50 profughi la cui posizione è in corso d'esame da parte degli uffici competenti. Lo Spi, il sindacato pensionati, si è già attivato: i 9 profughi inviati a Coli riceveranno lezioni gratuite di italiano due volte la settimana grazie alla disponibilità di un insegnate in pensione. “Un risultato importante” commenta il segretario Spi Tamer Favali.
IL COMUNICATO DELLA CGIL
“Gente sventurata proveniente dall’Africa centrale: una situazione che non può certo definirsi nuova o inedita. Non si può essere indisponibili a queste richieste di aiuto e solidarietà che provengono da chi fugge da guerre, violenze e miseria” scrive Zilocchi, in una nota. La Cgil si dice convinta che solo “con i valori solidaristici di accoglienza, del dialogo e dell’apertura e non con le chiusure razziste, si possa costruire una comunità forte e coesa”. Zilocchi sottolinea come occorrano “soluzioni organizzative che favoriscano la dislocazione in piccoli gruppi in diversi siti e Comuni della nostra Provincia” per evitare “il ripetersi di esperienze di recente memoria con un unico posto di accoglienza che provocò disagio a tutti”, chiaro riferimento alla gestione del FerrHotel.
Zilocchi non evade il tema di quello che chiama “intollerabile e scandaloso parapiglia” avvenuto presso i locali dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Piacenza. “Non c'è giustificazione verso comportamenti che minano la convivenza civile e non rispettano le persone ne la città stessa. Il sostegno nei confronti di chi ha bisogno deve essere comunque ripagato da comportamenti che si incanalino nel rispetto e in reciproca disponibilità al confronto e al dialogo”. Per questo “non possono essere tollerate azioni al limite del minaccioso con pretese intimidatorie”. Il tema dell’immigrazione e dell'aiuto internazionale se non gestito con la dovuta attenzione, rischia di innescare dinamiche razziste e xenofobe. “Per questo la collettività piacentina deve costruire con gli stranieri presenti nel nostro territorio la coscienza di una nuova “casa comune”: lo ius sanguinis per la cittadinanza è anacronistico e dannoso, chi nasce sul territorio italiano deve avere pieno diritto di cittadinanza”. “E’ inoltre evidente – conclude Zilocchi – che gli enti locali solidali e disponibili all’accoglienza non dovranno essere lasciati soli ma supportati dal Governo Nazionale tramite fondi appropriati, in questa straordinaria forma di ospitalità”.
E già concretamente i pensionati dello Spi si sono mossi: 9 profughi inviati a Coli, sistemati presso l'agriturismo le Tre Noci, avranno un insegnanti di italiano due volte la settimana grazie allo Spi e al Comune di Coli.