La nobiltà, al giorno d’oggi, è ancora un valore? Il sondaggio di Radio Sound

La nostra storia passa anche attraverso loro, i Farnese con il Ducato di Parma e Piacenza di cui erano signori, i Borbone che hanno fatto loro seguito dopo l’ intermezzo asburgico e più recentemente i Savoia.

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La storia d’ Italia e quella di Piacenza passano attraverso le grandi dinastie nobiliari. Ieri ne abbiamo avuto la prova con la venuta a Piacenza della Regina Beatrice d’Olanda, zia di un discendente dei duchi, Carlo Saverio e con tanta nobiltà “locale” come il conte Orazio Zanardi Landi che ha fatto gli onori di casa, ospitando il rinfresco presso il Castello di Rivalta.

Ma oggi, questa nobiltà e questa aristocrazia, hanno ancora un senso? Lo abbiamo chiesto ai tanti piacentini curiosi che affollavano via Vescovado e aspettavano il passaggio della Regina.

Sicuramente le grandi famiglie nobiliari hanno ancora un certo fascino presso la gente comune e, come ci ha detto il vicesindaco di Piacenza, Francesco Timpano, “Noi spesso utilizziamo questo tipo di storia come leva per l’ attrazione turistica. La riconosciamo, la valorizziamo e la rispettiamo anche se il nostro assetto istituzionale è cambiato”.

Solo un signore ci dice che la nobiltà e l’ aristocrazia non hanno più valore e che gli sembrava di assistere a un raduno di nostalgici.

Valori e grandissimi esempi, invece, sono stati dati in passato dalle grandi famiglie nobiliari mentre al giorno d' oggi non è così, come fa notare Simona Rodolfi, consorte di Mansueto Rodolfo Rodolfi. 

E sicuramente, tra la gente che affollava via Vescovado, c'era anche chi era lì per sognare, magari perchè avrebbe voluto vivere a quei tempi ma stando, ovviamente, dalla parte dei nobili e non certamente da quella del popolo.