In Italia quasi la metà dei pensionati Inps (il 45,2% cioè 7,2 milioni) ha un reddito da pensione inferiore ai 1.000 euro al mese. Una fotografia impietosa, quella scattata dall’Inps. Ancor di più se si restringe l’obiettivo su Piacenza. Gli ultimi dati ufficiali resi disponibili dall’Inps risalgono al 2011, ma da allora la situazione non si è discostata di molto: dei circa 92/93mila pensionati piacentini nel 2011 (oggi sono 89.915, pari al 30,86% della popolazione), circa il 60% dei pensionati piacentini ha un reddito da pensione inferiore ai 1.000 euro con una media di 773 euro al mese.
“Significa il minimo vitale per una vita in povertà, pura e semplice sopravvivenza – afferma con amarezza Tamer Favali, segretario provinciale dello Spi Cgil – Purtroppo nell’immaginario popolare una piccola quantità di “pensioni d’oro” ha deviato l’attenzione su quella che è in realtà la situazione reale che è drammatica”.
Dal 2011 si è infatti registrato il blocco della perequazione automatica per le pensioni superiori a tre volte il minimo e per quanto riguarda la perequazioni per le pensioni sotto abbiamo avuto adeguamenti ma he non hanno superato i 22/24 euro al mese.
“Bisogna separare la previdenza dall’assistenza – secondo Favali – dovrebbero avere come riferimento due fondi distinti. Non si è mai voluto operare in tal senso perché nella confusione ci si guadagna”.
Il fastidioso fenomeno delle cosiddette pensioni d’oro non ha intaccato la nostra città dove sono circa un centinaio quelle che stanno sopra i 5.000 euro. Piuttosto da segnalare la fascia intermedia, quella che si colloca nella media di 1360 euro lordi di pensione al mese, che sono 1.120 netti. “A fatica si possono chiamare pensioni dignitose”.