Si celebra oggi, mercoledì 2 aprile, la Giornata Mondiale sull’Autismo e anche a Piacenza non mancheranno gli appuntamenti per parlare di una patologia molto diffusa con la quale, secondo recenti stime, in Italia si confrontano quotidianamente circa 400mila famiglie. In questo senso, dalle 14.30 all’università Cattolica (aula Piana) è fissato il convegno dell’associazione “Oltre l’autismo” che presenterà il lavoro svolto nel progetto “Io Autistico, la mia vita, il mio futuro”.
In occasione della ricorrenza, abbiamo intervistato la presidentessa dell’associazione, Maria Grazia Ballerini, che ha tenuto a lanciare un appello, in particolare per fare rete: “Sì, è fondamentale. I bisogni sono molti e gli interventi intensivi riconsciuti dalle linee guida regionali permettono una rieducazione alla vita, grazie a tantissime terapie in ogni ambito – ha spiegato ai nostri microfoni – e, nonostante i tagli, non mancano terapie di psicomotricità e di logopedisti. Comunque c’è ancora un vuoto da colmare, per questo cerchiamo di sensibilizzare la popolazione e le istituzioni affinché si lavori sempre più in rete”.
I numeri parlano chiaro e dicono che il fenomeno è in aumento. Non più 1 bambino ogni 200 ma, secondo gli ultimi studi, 1 ogni 88 soffre di autismo. E così a Piacenza sono affetti (dati 2013 dell’Asl) più di 50 bimbi sotto i 6 anni, circa 170 sotto i 18 anni, “senza contare quelli adulti” ha tenuto a sottolineare Ballerini: “Sono in grande aumento, perché la soglia si è abbassata. Le diagnosi precoci ormai si possono effettuare su bambini dai 2 anni e mezzo fino all’età adulta”.
Piccoli che, nonostante i problemi, possono essere aiutati ad avere una vita migliore: “Sarebbe più semplice inserirli fin dalla tenera età in contesti sociali, dall’asilo alla scuola, se fossero più seguiti da persone qualificate che li affiancano. Sarebbe una terapia di inserimento in comunità, loro che sono ad alta esclusione sociale”. Sempre gli studi dimostrano che “più ci si lavora e più capacità è possibile recuperare. Hanno tante potenzialità, solo che hanno i loro tempi”.
Un aspetto da non sottovalutare, poi, è quello legato alle famiglie che hanno in carico questi soggetti: “Hanno bisogno di tutto, dall’aiuto psicologico a quello materiale – ha detto Maria Grazia Ballerini -, anche perché più famiglie hanno due o tre ragazzi autistici. Hanno bisogno di sostegno, perché è molto pesante stargli dietro e pensare al loro futuro. Loro non hanno possibilità di dire ‘cosa farò da grande’ e per questo il cosiddetto ‘dopo di noi’ è un tema molto sentito dai famigliari”.