I profughi arrestati restano in carcere. E perdono il diritto all’abitazione

AGGIORNAMENTO ORE 14 – Arresti convalidati e custodia cautelare in carcere in attesa del processo che si terrà venerdì prossimo. Si è conclusa così la direttissima di questa mattina in Tribunale per i quattro profughi del Niger, della Costa d’Avorio e del Mali finiti in manette ieri durante la protesta, poi degenerata, di fronte agli uffici comunali di via Taverna. Una protesta che durava dalla mattina, con l’occupazione di alcune stanze e con toni a dir poco accessi nei confronti dell’assessore Stefano Cugini. Nel pomeriggio la situazione è poi degenerata. Manifestanti e forze dell’ordine si sono scontrati e otto poliziotti sono rimasti feriti, uno in modo piuttosto serio con 45 giorni di prognosi. Nel frattempo il Comune ha revocato la loro partecipazione al progetto Fer con la conseguente perdita del diritto all'abitazione.


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AGGIORNAMENTO ORE 10.15 – Dalla Questura al Tribunale, la tensione non si placa. Dopo la protesta in viale Malta, con alcuni profughi che per dimostrare solidarietà nei confronti dei quattro stranieri arrestati ieri dopo i disordini in via Taverna si sono inginocchiati sul marciapiede al grido di "arrestateci tutti", il presidio si è spostato di fronte al Tribunale dove in mattinata, alle 11, è previsto il processo per direttissima proprio a carico dei quattro. Massiccio lo schieramento di poliziotti, dalla Squadra volanti all'Anticrimine, che sta tenendo d'occhio la situazione in modo che non degeneri. 


La tensione dei profughi non accenna a stemperarsi, nemmeno dopo i quattro fermi di ieri dopo gli strattoni e la quasi-aggressione all'assessore Stefano Cugini in via Taverna, di fronte agli uffici comunali dei Servizi Sociali. Anzi, la tensione aumenta e questa mattina si è spostata da via Taverna a viale Malta, di fronte ai cancelli della Questura. Un manipolo di stranieri, tutti africani, parte dei quali erano già presenti ieri in via Taverna, hanno inscenato una protesta colorita, inginocchiandosi sul marciapiede e simulando di essere in arresto. Una protesta, probabilmente, nel segno della reazione ai quattro arresti di ieri seguìti allo sgombero da parte di polizia e vigili urbani. In strada, poco fa, c'erano anche alcuni dirigenti della questura che tentavano di far ragionare gli immigrati. A breve aggiornamenti sulla situazione in via Malta.

Ricordiamo le ragioni per cui un gruppetto di otto africani, ieri, ha letteralmente occupato gli uffici comunali di via Taverna. In buona sostanza, i profughi non trovano di loro gradimento i corsi di formazione gratuita messi a disposizione dal Comune per facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro. E' un corso per piastrellisti e "noi i piastrellisti non li vogliamo fare", dicevano ieri alcuni degli stranieri. "Hanno altre attitudini e altre volontà" spiegava Ganadhi Salissou, portavoce dei profughi, precisando che "essere obbligati a fare un corso per un lavoro che non vogliamo significa veder calpestati i nostri diritti umani". E per questo ieri sono finiti all'ospedale sei poliziotti e quattro profughi sono arrivati a farsi arrestare. Una protesta che fa discutere: sono in tanti a credere che in tempi di crisi e in situazioni particolari non si possa certo stare troppo a sottilizzare sulla tipologia di lavoro alla quale si viene indirizzati, soprattutto se la formazione è gratuita.