La “Nobel” Andruetto alla Passerini Landi: “Sono una scrittrice e basta”

Una scrittrice per ragazzi ma non solo; una scrittrice senza aggettivi per una letteratura senza aggettivi. E’ questo Maria Teresa Andruetto che con la sua semplicità stupisce tutti nell’ incontro di oggi presso la biblioteca Passerini Landi, intitolato proprio così: “Per una letteratura senza aggettivi”, proprio come il suo ultimo lavoro letterario che uscirà tra pochi giorni e che sarà presentato alla fiera internazionale del libro per ragazzi di Bologna.

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Argentina ma di origini piemontesi, la Andruetto ha vinto nel 2012 il premio Hans Christian Andersen, l’ equivalente del Nobel per la letteratura infantile “per la maestria con cui ha saputo creare libri delicati, profondi e poetici, nell’estrema varietà dei temi affrontati”.

In realtà, però, il suo curriculum non è fatto solo di libri per ragazzi: la Andruetto è autrice di opere teatrali, poesie e saggi con i quali sono state formate intere generazioni di insegnanti.

Nelle sue opere e nel corso della sua trentennale attività, Andruetto ha cercato di porre sempre al centro la ricerca delle origini, la diversità, l’universo femminile, la costruzione dell’identità individuale e sociale, le ripercussioni della dittatura nel suo Paese sulla vita delle persone.

Proprio sull’ identità sociale e sulla lettura nel suo paese, l’ Argentina, la Andruetto dice ai nostri microfoni che “oggi in Argentina si legge di più, c’è una migliore qualità dei libri pubblicati e c’è una quantità di bambini sempre maggiore che si accosta alla lettura. Ci sono le istituzioni scolastiche che acquistano i libri, i genitori che lo fanno individualmente ma purtroppo molti altri bambini non hanno la possibilità, per motivi economici, di accedere ai libri”.

Nel corso della sua introduzione l’ assessore Tiziana Albasi ha innanzitutto manifestato la propria gratitudine a Maria Teresa Andruetto per aver accettato l’ invito della biblioteca. Albasi ha sottolineato che “uno degli ambiti che richiedono maggiore delicatezza, competenza ed esperienza è proprio quello che si rivolge ai lettori più giovani. Oggi è una scommessa riuscire a far leggere – ha proseguito l’ assessore – e lo è nella misura in cui si fa innamorare il giovane alla lettura. Non credo ci siano barriere tra contenuti destinati ai giovani e contenuti per gli adulti ma scrivere per i giovani è importante ed è un atto d’amore”.

La parola è poi passata alla Andruetto che si è definita, come il titolo della sua opera e cioè una scrittrice senza aggettivi. “Quando mi chiedono come devo presentarmi io dico scrittrice, solo scrittrice, nonostante abbia fatto anche altre cose. C’è poi l’ aggettivo ‘infantile’ che stringe il campo e quindi si diffonde l’ idea che lo scrittore infantile non sia un vero scrittore. Nel mio Paese c’è ancora tanta gente che crede che la letteratura per l’infanzia non sia vera letteratura. Purtroppo sono gli stessi libri che vengono pubblicati che, a volte, danno ragione a queste persone. Ogni volta che si pubblica un libro per ragazzi vuoto, stereotipato e superficiale si dà ragione a queste persone”.