Non comunica al padre di avergli preso la carta bancomat per alcuni prelievi e dopo qualche mese si ritrova imputato in tribunale accusato di uso indebito di carta di credito. Nei guai è finito un 43enne residente a Castelsangiovanni. La singolare storia, originata soprattutto da incomprensioni e poca comunicazione famigliare, è accaduta a Castelsangiovanni all'inizio del 2012. Tutto è nato quando il padre, un uomo di 72 anni, si accorge che da suo conto sono spariti 1970 euro, frutto di dodici prelievi bancomat in banche della zona che lui dichiarava di non aver mai effettuato. L'uomo, che sosteneva convintamente di non aver mai ceduto a nessuno la carta né di aver mai riferito a qualcuno il codice pin, decide dunque di recarsi in caserma dai carabinieri della stazione di Castelsangiovanni e di presentare denuncia contro ignoti. Dopo qualche mese i militari, grazie anche all'ausilio delle telecamere degli istituti di credito coinvolti che ritraggono nitidamente il volto della persona allo sportello, accertano che l'autore dei prelievi era il figlio. Quando il padre lo scopre, si dice disposto a revocare ogni forma di accusa e di procedimento penale, ma è ormai troppo tardi. La giustizia fa il suo corso e questa mattina il figlio, difeso dall'avvocato Corrado Prandi, è comparso in tribunale per la prima udienza davanti al giudice Gianandrea Bussi. A quanto si è appreso che tutto il pasticcio sarebbe stato originato da un difetto di comunicazione da parte del figlio che non aveva mai comunicato al papà di aver preso la carta. Il processo è stato poi rinviato al prossimo 24 aprile.