Il colpo d'occhio in effetti è notevole: circa trecento persone in piedi, in silenzio, con un libro in mano. Leggono rivolti verso Palazzo Gotico e riempiono interamente piazza Cavalli, inquadrati come un reparto militare. Sono le "Sentinelle in piedi", movimento apartitico e aconfessionale – si legge sul loro volantino di presentazione – derivato dai Veilleurs Debout francesi. "Difendiamo la libertà di pensiero e di opinione – dice uno degli organizzatori – Difendiamo l'unicità del matrimonio tra un uomo e una donna e il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre. E lo fanno scendendo in piazza ma senza urlare, senza intonare slogan o cori, senza portare segni distintivi. "La nostra forza – dicono – non sta tanto nel fatto che oggi siamo trecento ma sta nella nostra presenza costante e vigile sull'azione del governo".
E oggi la ragione di vigilare sull'azione del governo è più forte che mai, dicono, alla luce del disegno di legge sull'omofobia. Sono contro, le Sentinelle. E già questo basta per falle definire omofobe da parte delle associazioni gay che sempre oggi, in contemporanea, hanno organizzato una contromanifestazione all'inizio del Facsal, a barriera Genova. C'era l'Arcigay e l'Agedo, l'associazione dei genitori di figli omosessuali con i rispettivi presidenti, e con loro un manipolo di manifestanti, a dire il vero particolarmente tranquilli rispetto ai "colleghi" che nei giorni scorsi hanno organizzato iniziative analoghe in altre città italiane. Come a Cremona, ad esempio, dove le due "fazioni" – per usare un termine improprio – sono entrate in contatto con esternazioni decisamente più colorite, come baci saffici da parte di esponenti delle associazioni gay ostentati di fronte alle Sentinelle in piedi. Momenti di tensione, a Cremona, che a Piacenza non si sono vissuti. Valeriano Scassa, presidente dell'Arcigay di Piacenza, tuttavia non usa certo toni morbidi per definire l'iniziativa delle Sentinelle in piedi. Gli chiediamo quale fosse l'esigenza di contromanifestare oggi: "Quando ci sono manifestazioni omofobe come quella che è in corso in questo momento in piazza Cavalli – dice – non c'è quasi mai l'occasione di poter spiegare come, dal nostro punto di vista, stanno realmente le cose. E siamo qui per coinvolgere la cittadinanza il più possibile e per spiegare il nostro punto di vista". Al presidente di Arcigay chiediamo come mai definisca omofoba la manifestazione delle Sentinelle in piedi, e la risposta è tranchant: "Se ci si oppone alla legge contro l'omofobia automaticamente si rivendica il diritto di essere omofobi. So che loro sostengono di non esserlo ma i fatti dicono un'altra cosa".
Di segno decisamente opposto il parere delle Sentinelle che oggi sono in piazza. E la risposta a Valeriano Scassa è altrettanto tranchant: "Se una manifestazione come la nostra di oggi, fatta da persone in silenzio, in piedi e con un libro in mano, viene definita omofoba allora davvero significa che i nostri timori sono più fondati che mai: si vuol far diventare omofobo chiunque la pensi diversamente dall'Arcigay. E' incredibile".
Ed entrando nel merito del disegno di legge in questione, la posizione è altrettanto decisa: «Si tratta di un disegno che viene fatto passare come necessario per fermare atti di discriminazione nei confronti di persone omosessuali ma il nostro ordinamento giuridico punisce già qualunque atto di violenza o aggressione nei confronti di qualsiasi persona. Il disegno di legge Scalfarotto invece ha delle conseguenze gravissime sulle libertà fondamentali dell'uomo ed è anche contro la nostra Costituzione in quanto impedisce il libero esercizio della libertà di pensiero». E la ragione, secondo le sentinelle, sta nel fatto che con questa legge verrebbe considerato omofono chiunque affermi pubblicamente che la famiglia naturale è fondata sull'unione tra un uomo e una donna, chiunque si esprima pubblicamente come contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso, chiunque sia contrario all'adozione di un bambino da parte di coppie gay. «Soltanto esprimendo la propria opinione – dicono le Sentinelle – con questa legge si rischia di essere denunciati e di finire in carcere».