Un grave problema che sta interessando sempre di più il nostro centro storico, come se di problemi non ne avesse già abbastanza, è rappresentato dalla massiccia presenza dei piccioni. Questi ultimi, infatti, grazie alle condizioni favorevoli offerte dalla conformazione dello stesso centro storico, ricco di solai, sottotetti, cornicioni, torri e campanili, hanno trovato l'habitat ideale per la riproduzione. A ciò occorre aggiungere l'abbondanza di cibo – nella maggior parte dei casi offerto da una minoranza di cittadini nei confronti dei quali non viene preso alcun provvedimento – e l'assenza di predatori, situazioni che hanno contribuito all'aumento dei suddetti volatili in modo esponenziale. Gli effetti sono disastrosi. Il guano prodotto intasa le grondaie ed imbratta le facciate dei palazzi ed i marciapiedi, la componente acida erode gli intonaci, le pietre ed i monumenti. Gravi sono poi le conseguenze sanitarie ed elevati i rischi di trasmissione di malattie (non a caso infatti i piccioni vengono spesso definiti veri e propri “topi con le ali”). La Provincia di Piacenza l'8 luglio dello scorso anno aveva approvato un Piano di limitazione dei pennuti, il quale prevedeva un massimo di quindicimila esemplari da abbattere nella campagna e nessun limite numerico, invece, in città. Il successivo ricorso al Tar della LAV (Lega Anti Vivisezione), ha spinto l'Amministrazione provinciale a revocare il predetto provvedimento. Sicuramente si è trattato di una vittoria per gli animalisti ma di una ennesima sconfitta per i proprietari del centro che,
già tartassati all'inverosimile dal fisco e da tutte le varie problematiche che attanagliano lo stesso centro storico, devono anche sopportare le spese per il ripristino dei propri immobili. A questo punto cosa pensano di fare le Amministrazioni locali per risolvere il problema? Oggi l'orientamento generale è quello di una maggiore sensibilizzazione verso le tematiche animaliste, grazie anche e soprattutto ad una massiccia campagna mediatica attraverso la quale, però, spesso si mettono in evidenza solo gli aspetti positivi degli animali, trascurando gli effetti negativi che possono scaturire dal rapporto con l'uomo. Sul problema dei piccioni occorre quindi un cambio di mentalità, mirato ad una maggiore considerazione sia del valore della proprietà, troppo bistrattata ed utile solo a fare cassa, che di quello della salute. Le Amministrazioni locali dovrebbero, nel bilanciamento degli interessi in gioco, far prevalere almeno quello della sanità pubblica. Ad esempio è infatti paradossale che da un lato si evidenzino i gravi rischi alla salute che le colonie di questi volatili arrecano alla collettività e dall'altro le istituzioni che dovrebbero tutelarci non si adoperino per diminuire drasticamente il fenomeno. L'Associazione Proprietari Casa-Confedilizia auspica pertanto che il Comune e la Provincia
intervengano al più presto e si adoperino per adottare seri provvedimenti al fine di risolvere il grave problema (intanto il Comune potrebbe iniziare a sanzionare i cittadini che danno da mangiare ai piccioni, come previsto dagli articoli 17 e 42 del vigente Regolamento di Polizia Urbana).