Anni di guerra in casa, poi le denunce, le controdenunce, i servizi sociali, i bambini affidati a un'altra famiglia, e infine il Tribunale: processo penale per “maltrattamenti in famiglia”, questa l'accusa ufficiale. Si parlava di botte, di segregazione in casa e quant'altro. Tutte accuse di cui doveva rispondere un piacentino di 40 anni, denunciato dalla moglie (oggi ex moglie), che questa mattina si è presentato di fronte al giudice Elena Stoppini che, alla fine dell'udienza, ha emesso la sua sentenza: assoluzione.
Il pubblico ministero Giulia Massara aveva chiesto un anno e sei mesi di reclusione al termine di una requisitoria nella quale aveva ripercorso gli episodi che denunciati dalla donna, costituitasi parte civile nel processo in questione. E come tale aveva anche chiesto un risarcimento di 50mila euro.
Dopo pm e parte civile, dunque, è toccato al difensore dell'imputato, l'avvocato Stefano Lavelli, che ha invece smontato le accuse partendo dal presupposto che il primo a sporgere denuncia era stato proprio l'uomo, il piacentino 40enne: aveva trovato i figli feriti, in condizioni che a suo dire erano preoccupanti, e aveva pensato di fare denuncia inizialmente contro ignoti. Venti giorni più tardi è arrivata la querela della donna per maltrattamenti ma evidentemente la situazione era decisamente più complessa, tant'è che il Tribunale dei minori, nel novembre 2011, aveva deciso ti togliere i figli a entrambi i genitori. Sono loro, probabilmente, le vere vittime di questa vicenda ma, secondo il giudice, non c'erano elementi per condannare l'imputato.