Un anno e sei mesi per maltrattamenti in famiglia, pena sospesa con la condizionale. Un padre che maltratta la figlia, secondo la legge, ma la vicenda è un po' più complessa di quel che potrebbe far pensare il capo di imputazione e la sentenza pronunciata dal giudice Elena Stoppini. I maltrattamenti sono consistiti in una reazione in effetti violenta al fatto che la giovane figlia, all'epoca dei fatti (e cioè due anni fa) appena diciottenne, aveva iniziato a drogarsi. Cattive compagnie che il padre della ragazza (di origine albanese ma residente nel Piacentino da tempo) non riusciva ad accettare prima di tutto per il bene della figlia.
Le vie ufficiali in effetti aveva provato a percorrerle, contattando forze dell'ordine e servizi sociali, ma i tempi di intervento erano troppo lenti. Una sera l'uomo ha visto la ragazzina alterata, sapeva che stava per uscire e sapeva che si sarebbe drogata e gliel'ha fisicamente impedito. L'ha colpita e l'ha chiusa a chiave in camera sua. La ragazza poi era andata al Pronto soccorso perché in effetti pare che dal padre le avesse prese sul serio, e la prognosi è stata di cinque giorni. Tanto è bastato per far scattare la denuncia (d'ufficio) per maltrattamenti.
Oggi la giovane, che ha 20 anni, si è disintossicata ma la giustizia ha fatto il suo corso e il padre è stato condannato. La pena però, lo ribadiamo, è sospesa.