La prima cosa che fa un calciatore dilettante la domenica mattina è guardare fuori dalla finestra. Se c'è il sole inizia a fare la borsa, se piove inizia a farla lo stesso perché tanto deve andare al campo a sentire che cosa ne pensa l'arbitro. Il campo è allagato. Il calciatore dilettante entra negli spogliatoi, si cambia, mette le scarpe coi tacchetti ma sa benissimo che tanto non giocherà. Probabilmente lo sa anche l'arbitro, basta dare un'occhiata veloce alle condizioni del terreno di gioco. Però il regolamento dice che dev'essere lui a decidere, così l'arbitro va sul campo e lancia il pallone. Il tonfo sordo è inequivocabile. Schizzi d'acqua e di fango macchiano i calzettoni dell'arbitro. Non si può giocare. Rinviata. Il calciatore dilettante rientra negli spogliatoi, si cambia e torna a casa. In pratica ha buttato via mezza giornata per niente, senza contare le spese per l'eventuale trasferta. E' il solito problema: quando piove molto è facile che il campo sia inutilizzabile. Perché bisogna far andare giocatori e dirigenti nel luogo della partita se è facile prevedere che non si giocherà?
La stessa cosa è avvenuta ieri, quando molte partite sono state rinviate a causa delle forti piogge cadute in settimana. Durante la tradizionale trasmissione della domenica di Radio Sound 95, "Sound e Sport", due dirigenti di squadre di Seconda e Terza categoria, Mirko Valla dello Ziano e Andrea Mezzadri della Primogenita, hanno lanciato un'idea: creare un gruppo su WhatsApp – in cui sarebbe coinvolto anche il comitato provinciale della Federazione Italiana Gioco Calcio, o Figc – per annunciare alle società il rinvio della partita senza dover per forza andare sul campo (unica avvertenza: occhio a non mandare faccine sorridenti e cuoricini alla Folgore e al Nibbiano invece che alla morosa). Non solo. Le società di Prima, Seconda e Terza categoria hanno organizzato una riunione (in programma lunedì prossimo, 10 marzo, alle 20,30 nel salone della Nuova Spes) per firmare una lettera di lamentele da consegnare alla federazione. "Lunedì 10/3 ore 20,30 nel salone della nuovaspes riunione e confronto tra le società di seconda e terza cat. Spero che ci siate tutti!!!" ha scritto Maurizio Russo (Nuova Spes) nel gruppo di WhatsApp. La finalità dell'incontro è quella di "cercare di risolvere il problema rinvii programmati in caso di mal tempo per evitare viaggi a vuoto e migliorare le comunicazione tra società e la stessa federazione Figc e arbitri".
A tal proposito abbiamo interpellato il presidente provinciale della federazione, l'avvocato Mario Montermini Bolla. "Sabato a mezzogiorno – dice Bolla a Piacenza24 – abbiamo sospeso tutti i campionati giovanili a causa della pioggia. Quando possiamo avvisare in tempo le società del rinvio lo facciamo il giorno prima, tramite un comunicato e attraverso un sistema di sms telefonici. Domenica, invece, in accordo col comitato regionale, s'era deciso che, visto che il tempo era migliorato e i campi non erano stati utilizzati alla mattina per le giovanili, sarebbero stati gli arbitri a prendere una decisione circa la praticabilità dei campi. Questa è la regola. E' l'arbitro che decide". Tutta colpa dell'arbitro, direbbe un calciatore dilettante.
"Sulla questione dei campi impraticabili – prosegue Bolla – sono stati commessi gravissimi abusi, vale a dire squadre che hanno fatto pressione sugli arbitri per non giocare perché magari in quella partita mancavano i loro giocatori migliori. Per evitare questi abusi occorre rispettare il regolamento, secondo cui l'unico che può dare un giudizio definitivo sulla praticabilità del campo è l'arbitro. Anche questa domenica abbiamo fatto così. C'è un'altra cosa: non mi spiego come mai il Pro Piacenza può giocare e un'altra società col campo a Piacenza ha il terreno di gioco allagato". Dice che è anche un problema di cattiva manutenzione dei campi? "Ci sono campi attigui in cui una squadra gioca e l'altra no. Poi so benissimo che alcuni campi saranno stati allagati per la pioggia, ma non si possono sospendere le singole partite su richiesta di un dirigente. Altra cosa: se dovessimo rinviare le partite a mezzogiorno non riusciremmo a fermare tutti gli arbitri, perché sarebbero già in viaggio". E se invece delle 12 le partite fossero rinviate alle 10? "Gli arbitri non sono collegati a noi, con l'Aia abbiamo solo un rapporto di comunicazione col luogo delle gare. Ripeto: se si rinvia una partita prima dell'orario prefissato non si riesce a fermare tutto il meccanismo. Le società, salvo qualche eccezione, quando c'è brutto tempo vogliono sempre giocare sul campo dell'avversario, ma quando c'è brutto tempo difficilmente vogliono giocare sul loro. E' da qui che ogni tanto nascono degli abusi, ed è per questo motivo che noi dobbiamo essere rigidi e rispettare il regolamento".