Prostituzione e droga in centro, via al processo per associazione a delinquere

AGGIORNAMENTO – Prima udienza e rinvio quasi immediato: se ne riparla il 18 luglio. Così ha deciso il giudice Giovanni Picciau a fronte della mole di atti da studiare per un procedimento non certo usuale nel Piacentino. Le accuse sono pesantissime e riguardano i gestori, lo staff e alcuni affezionati avventori del night club di via Calzolai, chiuso dopo un blitz della polizia nel 2010. Sesso e droga, in poche parole, ma la novità è che il pm Ornella Chicca, che coordina le indagini svolte sul campo dagli uomini della squadra mobile di Piacenza, ha contestato il reato associativo che aumenta di parecchio le pene e presuppone una gravità maggiore delle condotte: associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione oltre che all'agevolazione dello spaccio di cocaina all'interno del locale.


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Inizia oggi un processo particolarmente delicato e per reati che di certo non si vedono tutti i giorni a Piacenza. Parliamo di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione oltre che all’agevolazione dello spaccio di stupefacenti. Con queste accuse si presentano oggi in aula di fronte al giudice Giovanni Picciau sette persone, alle quali se ne aggiungono altre cinque imputate per episodi di spaccio (si parla di cocaina) avvenuti, secondo l’accusa rappresentata dal pm Ornella Chicca, all’interno di un locale del centro.

Si tratta del night club Piacenza Sera di via Calzolai, chiuso nel 2010 in seguito a un blitz della polizia e in particolare della squadra mobile di viale Malta. Delle accuse più gravi devono rispondere i gestori del locale e coloro che lavoravano nello staff. Di spaccio invece devono rispondere alcuni degli avventori. Dodici imputati in tutto, alcuni dei quali sono presenti ora in Tribunale per l’udienza preliminare nella quale i difensori, con ogni probabilità, chiederanno da subito un ridimensionamento del quadro accusatorio contestando, prima di tutto, il reato associativo, in assoluto il più grave.