Gli ambulanti di via Sopramuro non hanno dubbi: il trasferimento dei banchi in largo Battisti sarebbe sicuramente positivo per loro.
Si sono espressi così gli operatori commerciali del mercato, interpellati da noi, all’ indomani della decisione scaturita in Commissione consiliare sviluppo economico per studiare la possibilità di spostare i banchi da via Sopramuro al lato destro di piazza Cavalli e in largo Battisti.
La problematica più spinosa da risolvere sarebbe quella relativa al passaggio dei bus che, ad oggi, transitano ed effettuano fermata proprio dietro ai banchi in piazza Cavalli, facendo mancare quella ideale continuità che il mercato dovrebbe avere. Per i commercianti la questione è ampiamente risolvibile, anche perché – ci dicono in maniera unanime – è normale che nei giorni di mercato il trasporto urbano subisca modifiche di percorso e poi il disagio sarebbe limitato a un paio d’ore la mattina di due giorni alla settimana. “Creiamo un disagio per un paio d’ore la settimana – ci dice un ambulante – ma salviamo 25 famiglie che sono in grande difficoltà”
I già magri affari, falcidiati dalla crisi, risentono anche della posizione non felice dei banchi che questa mattina, a causa del brutto tempo, erano in numero minore rispetto al solito. Anche l’assortimento delle categorie merceologiche lasciava molto a desiderare: su cinque banchi presenti tre erano di abbigliamento e due erano di frutta, uno attaccato all’ altro, tanto da sembrare un banco unico.
Come dicevamo, sono tutti d’ accordo i commercianti che stazionano in via Sopramuro, a cominciare dal signor Pierantonio Consolanti per il quale è importante essere all’ interno del mercato e non relegato in periferia.
Ancora un secondo ambulante ci dice che proprio da loro è arrivata la richiesta di spostamento in largo Battisti perchè in via Sopramuro non è possibile lavorare. La soluzione sarebbe eccezionale secondo un altro commerciante: “noi il sabato abbiamo un posto in via Sopramuro dove non passa nessuno e facciamo incassi da fame”.
“In via Sopramuro per noi è improponibile – ci dice il signor Antonio – qui si lavora poco, male e con scarsi incassi. Siamo i più penalizzati del mercato”.