Expo 2015: in campo progetto che associa agroalimentare a itinerari religiosi

Un nuovo tassello in vista di Expo 2015 e un nuovo progetto sul tavolo. Nei giorni scorsi il presidente della Provincia Massimo Trespidi ha incontrato in Provincia il presidente dell'Ats “Piacenza per Expo 2015” Silvio Ferrari e il giornalista enogastronomico e fondatore del Club di Papillon Paolo Massobrio con il delegato di zona Paolo Merli. Obiettivo del vertice, fortemente voluto dal presidente Trespidi, è stato quello di aprire una nuova strada per Piacenza in vista dell'esposizione universale 2015 e di iniziare a riempire di contenuti lo spazio piacentino prenotato nel Padiglione Italia. “Piacenza – ha illustrato Massobrio – occupa un posto di primo piano nella storia dell'alimentazione sia per la radicata tradizione enogastronomica sia per la presenza sul territorio, a Bobbio, della più importante comunità monastica del Medioevo. Il parallelo agricoltura-monachesimo assume in vista dell'Expo un interessante binario da approfondire e sfruttare”. L'idea è dunque quella di associare il nome di Piacenza a una tradizione che affonda le sue radici nella storia, allargando di fatto il concetto di agroalimentare attuale, già punto di forza del territorio.

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“Ricordo – ha aggiunto il presidente Trespidi – che Piacenza sta lavorando per ottenere il riconoscimento del Cammino di San Colombano tra gli itinerari europei: si tratta di un obiettivo importante che potrebbe costituire la via maestra verso l'Expo. L'acquisto della piazzetta piacentina all'interno di Padiglione Italia è stato il passo decisivo affrontato dal territorio; ora però occorre concretizzare e lavorare sui contenuti: il binomio cibo-monachesimo e itinerari religiosi è sicuramente di grande efficacia”.

La proposta è stata quindi condivisa dalla guida dell'Ats Ferrari. “Piacenza – ha spiegato – può e deve diventare la propaggine di Rho-Pero nel periodo dell'Expo accogliendo i turisti in arrivo dall'Italia e dal mondo. Occorre lavorare da un lato sui punti di forza del territorio – e la proposta di Massobrio ben si inserisce in questo filone – e dall'altro sulla creazione di contatti di business in una vera e propria ottica di marketing territoriale”.