Cani avvelenati a Bobbio, proseguono gli interrogatori. Parla il sindaco

Sono ormai oltre una decina le persone sentite dai carabinieri nell’ambito dell’indagine aperta dalla procura e coordinata dal pm Roberto Fontana sui cosiddetti “bocconi all’antigelo”, i famigerati bocconi di carne avvelenata con i liquido antigelo per i motori delle auto che a quanto pare da anni qualcuno piazza nelle campagne piacentine allo scopo – incomprensibile oltre che crudele – di ammazzare animali. I casi di cui si stanno occupando gli inquirenti riguardano la zona di Bobbio, alta Valtrebbia, e in particolare la frazione di Santa Maria da cui la scorsa estate è partita una denuncia formale: una donna milanese, moglie di un avvocato che lì ha la casa di villeggiatura, ha trovato il suo cane morto e si è poi scoperto che aveva ingerito una delle polpette assassine.

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Denuncia formale alla Procura, dunque, e indagini affidate ai militari dell’Arma che in queste ore stanno stringendo il cerchio attorno ad alcune persone del paese che quantomeno potrebbero sapere qualcosa. Intanto l’allarme si allarga e le segnalazioni si moltiplicano, arrivando da ogni parte della provincia: da Cortemaggiore a Pontenure passando per varie frazioni. Segnalazioni che però spesso, purtroppo, non sono seguite da denunce vere e proprie ed è questo il motivo per il quale le autorità delle varie località non potevano muoversi. Così spiega Marco Rossi, sindaco di Bobbio, il quale è impegnato, con la “sua” Polizia municipale, dalla fine della scorsa estate in sopralluoghi e azioni preventive. “Sono stati messi numerosi cartelli per segnalare il pericolo in questione – dice il primo cittadino – ma spesso di lì a poco venivano rimossi o distrutti”.

Decine di casi, si diceva, ma secondo il sindaco Rossi i casi sono meno. O meglio, sono senz’altro meno quelli segnalati ufficialmente: non più di quattro o cinque negli ultimi cinque anni. Di certo c’è che, al di là di queste segnalazioni, alla Procura della Repubblica non era mai arrivata alcuna denuncia se non quella della donna milanese alla quale hanno ucciso il cane a Santa Maria di Bobbio. E’ stata lei a far scattare l’indagine. Eppure, come ha affermato lo stesso sindaco Rossi, "il problema esiste perché è stato segnalato più volte e ne siamo venuti a conoscenza già dallo scorso anno". 

E sulle ragioni per le quali qualcuno potrebbe essere interessato a far strage di cani e gatti, il sindaco Rossi ha un’idea piuttosto precisa: “Secondo me non siamo di fronte a una cerchia di persone ma a una singola mente malata”.