Furti di smartphone a scuola, denunciati due stranieri. Nei guai tre studenti

Portafogli e soprattutto smartphone. Sono l’obiettivo preciso di una banda di ladri che da qualche tempo si aggira in alcune scuole piacentine dimostrando una certa organizzazione: ci sono studenti-ladri che rubano all’interno delle scuole, spesso sfruttando gli intervalli, e poi ci sono ricettatori veri e propri, perlopiù maggiorenni, che stanno fuori dagli istituti e piazzano la refurtiva sul mercato nero, sempre dei ragazzini (con pochi soldi ma in cerca di cellulari d’ultima generazione).

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Un fenomeno diffuso a Piacenza e spesso sottovalutato dagli stessi giovanissimi che ne sono i protagonisti. Sottovalutato per le conseguenze, visto che rubare telefoni cellulari, così come ricettarli o anche acquistarli, sono operazioni che lasciano tracce evidenti. E la prova è una recente indagine della Polizia Stradale che è riuscita a rintracciare, utilizzando la tecnologia, un’iPhone rubato in una scuola della città a uno studente 14enne piacentino.

Un furto per il quale sono finite nei guai diverse persone, più di quante gli stessi investigatori probabilmente si aspettavano; segno che gli smartphone rubati passano poi di mano in mano, coinvolgendo di fatto tutti coloro che li utilizzano grazie al codice IMEI che rende rintracciabile ogni apparecchio quando viene utilizzato. E così è stato nell’indagine in questione. Alla fine per il furto ai danni del 14enne piacentino, rischiano l’incriminazione cinque persone: italiani, albanesi e nordafricani. E’ tunisino e ha 21 anni il presunto ricettatore, ovvero colui che avrebbe ricevuto il cellulare dal ladro per poi rivenderlo: è stato denunciato e attualmente si trova in carcere per un altro reato (minacce ai danni di un minorenne). E’ tunisino – ma nato a Castelsangiovanni – anche il presunto ladro, ovvero colui che qualche giorno fa, durante l’intervallo, avrebbe sfilato l’iPhone dalla tasca posteriore dei jeans dello studente. Anche lui denunciato.

Per gli altri, la posizione è al vaglio della Procura presso il Tribunale dei minori di Bologna, visto che si tratta – per l’appunto – di minorenni. Il telefonino oggetto del furto è stato recuperato in un appartamento di Vicenza: la polizia si è presentata là e l’ha trovato nelle mani di un giovane albanese la cui posizione, come quella degli altri acquirenti, è al vaglio. Rischia una denuncia per incauto acquisto.