AGGIORNAMENTO – Alle 18, grazie anche all'opera di dialogo messa in atto dalla questura, i sette profughi che erano tornati sotto il Comune, hanno abbandonato il Palazzo e si sono portati in via Taverna per un colloquio chiarificatore con l'assessore al Welfare Stefano Cugini. Pare dunque che si sia trovata la strada della mediazione, anziché ricorrere ad un nuovo sgombero coatto.
AGGIORNAMENTO – Usciti dalla questura, dopo le identificazioni, alcuni profughi (sette o otto sugli undici totali) sono tornati sotto il Comune e hanno intenzione di rimanere per protestare a oltranza. "Ci rendiamo conto di dare fastidio ai piacentini ma riteniamo di non avere altro modo per far conoscere – a loro dire – la verità su quello che è accaduto due anni fa e su quello che stiamo passando oggi". La loro richiesta è precisa: "Chiediamo che il comune metta a disposizione l'appartamento che aveva promesso e che potrebbe risolvere la situazione". In totale erano cinque e pare che uno non sia mai stato messo a disposizione.
NOTIZIA 20 FEBBRAIO – Gli uomini della polizia in collaborazione con i vigili urbani hanno sgomberato il portico di Palazzo Mercanti, sede del Municipio, dove un gruppo di stranieri, tra i quali alcuni profughi, avevano appena trascorso la seconda notte all’aperto in segno di protesta dopo che erano stati costretti a lasciare lo stabile dell’ex quartiere due di via XXIV Maggio. Due giorni e due notti di sit in, dunque, che tanto clamore aveva suscitato in città. La loro richiesta è quella di un alloggio ma si rifiutano di passare attraverso i servizi sociali. Ieri intensa giornata di trattative condotte personalmente dall’assessore al Welfare Stefano Cugini che si era conclusa con un nulla di fatto nella speranza che questa notte i manifestanti ragionassero. Questa mattina, dunque, il pugno di ferro e l’intervento delle forze dell’ordine.
In mattinata è intervenuto sulla questione anche Il questore Calogero Germana': "E' andato tutto bene, non è stato necessario usare violenza – ha spiegato – loro hanno opposto resistenza solo passiva". Ricordiamo che questi 11 profughi chiedono un alloggio dopo la fine dell'emergenza umanitaria.
LE REAZIONI DELLA POLITICA – “Restiamo ad oltranza, ci negano i nostri diritti” ha ricordato il consigliere comunale della lista Sveglia, Paolo Garetti, che ha aggiunto: "E' questa l’affermazione dei nove 'profughi' che bivaccano nei portici di Palazzo Mercanti. Dopo essere stati in Francia e Germania, sono stati invitati ad andarsene e sono tornati a Piacenza. Ora, a parte l’opportuna verifica della regolarità del permesso di soggiorno e dei requisiti di 'profugo', è inammissibile che l’amministrazione e la città tollerino tale situazione, che può diventare anche precedente pericoloso. Sarebbe inoltre interessante sapere chi gli ha promesso la 'formazione e una casa', come loro affermano. Quanti Piacentini sono senza lavoro, e quanti senza casa? A furia di parlare e a volte sparlare di diritti (al punto che si spendono soldi pubblici per farne un Festival) e mai di doveri, possiamo aspettarci iniziative analoghe, e forse più motivate, di nostri concittadini in sit-in sotto il palazzo del Comune?".
Dello stesso tenore l'intervento di Marco Colosimo della lista Piacenza viva: "Se i piacentini e gli italiani non sanno accoglierci andremo diritti a Bruxelles! Bene! Concessioni per più di 6 mesi degli spazi in via IV Novembre, contributi monetari per l'insegnamento della lingua monetaria e per formazione professionale di base, riscaldamento, viveri, assistenza medica, e adesso dobbiamo anche sentirci dire che non sappiamo accogliere? Ma da parte sta girando il mondo? Qualcosa mi sfugge . È stato fatto il massimo se non di più per tutti questi profughi, addirittura in gran parte di loro sono stati concessi alloggi popolari ma qualcuno di loro nonostante la generosa offerta del Comune ha pensato bene si declinarla decidendo di rimanere ad occupare i locali di uno spazio dove tra l altro sarebbe dovuta sorgere la cittadella del lavoro e della creatività , fermando quindi l'iter in corso allungando i tempi di realizzazione".