“Chiediamo solo di sopravvivere”. Si può riassumere con queste parole di Dario Costantini, presidente di CNA, la manifestazione che andrà in scena martedì 18 febbraio a Roma. Una manifestazione organizzata da R.E TE. Imprese Italia, associazione che raggruppa Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti e che intende favorire la promozione e il consolidamento delle imprese come componenti fondamentali del sistema economico e della società civile, nonché il riconoscimento del loro ruolo a tutti i livelli di interlocuzione istituzionale e privata. La manifestazione di martedì a Roma è stata organizzata con l’obiettivo di far arrivare all’orecchio del Governo il grido di allarme dei commercianti, degli artigiani e degli imprenditori schiacciati dalla crisi e dalla burocrazia.
“Dal 2008 la crisi sta falcidiando le nostre imprese e la pressione fiscale non è davvero più sostenibile” spiega Dario Costantini di CNA. “A ciò si aggiunge la macchina della burocrazia che ci sta stritolando: abbiamo calcolato che in un anno gli imprenditori impiegano 50 giorni solo per espletare pratiche o adeguarsi a regole che cambiano di continuo. E’ un sistema creato per le grandi imprese e adattato in maniera superficiale e generalizzata anche alle piccole aziende che però non sono in grado di sostenere questi meccanismi. Non ce la facciamo più, per questo andremo a Roma per manifestare la nostra delusione: la delusione del 94 per cento delle imprese italiane, del 60 per cento degli occupati in Italia, di coloro che rappresentano il 62 per cento del Pil italiano. Una voce che dunque deve essere ascoltata”.
“Le categorie dei commercianti, della piccola impresa, degli artigiani non sono abituati alle manifestazioni e alle proteste di piazza – spiega Alfredo Parietti di Unione Commercianti – ma la situazione è davvero drammatica e i piccoli imprenditori e i commercianti davvero non ce la fanno più. E’ necessario far sentire la nostra voce in tutti i modi per evitare che si arrivi al peggio. Abbiamo una fiscalità che io definisco ‘punitiva’ e una burocrazia insostenibile che rappresenta un freno allo sviluppo, è necessario che chi governa se ne renda conto e intervenga al più presto”.