Inventa la rapina per coprire la vergogna di uno spintone in strada

Si era presentato al pronto soccorso agitatissimo e poi aveva raccontato alla polizia di essere stato aggredito appena dopo aver ritirato i soldi al bancomat da uno sconosciuto che l'aveva picchiato e rapinato usando un cacciavite o un punteruolo. Il tutto in pieno giorno, di fronte a una banca di via Colombo. Un episodio che in effetti crea parecchio allarme sociale: un bandito incappucciato che assale un passante non accade, per fortuna, tutti i giorni. Non era vero niente. L'uomo, che ha 60 anni ed è piacentino, si è inventato tutto per coprire la vergogna di un episodio del tutto diverso. A quanto pare una lite per motivi di viabilità, una classica lite tra automobilisti finita a insulti e qualche spintone. L'uomo pare che abbia poi raccontato una versione diversa ad un amico e successivamente ai medici del pronto soccorso e infine parlando ai poliziotti della questura. Si è fatto prendere la mano, per così dire, ma fin da subito il suo racconto non convinceva gli investigatori. Di lì a qualche giorno è stato messo alle strette e ha raccontato la verità. Ora la sua posizione è al vaglio dell'autorità. 

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Un caso non certo isolato, questo del racconto inventato, ma sul quale il commissario Stefano Vernelli, capo di gabinetto della Questura di Piacenza, ci tiene a fare alcune precisazioni  "Inventarsi di sana pianta di aver subìto un reato e informare le forze dell'ordine – dice – fa sì che si configuri un altro reato che si chiama, per l'appunto, simulazione di reato". Siamo nel penale, dunque. Poi c'è il procurato allarme e nei casi più gravi, quando cioè si incolpa qualcuno in particolare di reati pur sapendo che non li ha commessi si sfocia nella calunnia. Morale, non è affatto uno scherzo. Come invece molti possono essere portati a pensare; basti pensare ai tantissimi allarmi bomba che di tanto in tanto fanno correre i poliziotti per poi scoprire che, nella maggio parte dei casi, era una messinscena. Magari per far evacuare un salone pieno per un evento "sgradito", o una scuola eccetera. Ebbene, se si dovesse individuare il responsabile, quest'ultimo rischierebbe una denuncia, un processo e una condanna.