Si è celebrata in mattinata anche a Piacenza, lunedì 10 febbraio, la giornata del Ricordo delle foibe a dieci anni dalla sua istituzione. Una tragedia che, è stato sottolineato, “per 60 anni è rimasta nel silenzio”. Per non tornare nell’indifferenza, circa 200 studenti delle scuole superiori di Piacenza hanno assistito all’incontro organizzato dal Comune insieme all’Istituto storico della Resistenza nella sala convegni dell’Isii Marconi dal titolo “Viaggio attraverso i totalitarismi del novecento nel confine orientale”. In pratica è stato ricordato come, dopo l’8 settembre 43 e il giugno del ‘45, migliaia di italiani che si opposero all’annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia furono gettati, anche vivi, nelle foibe dai partigiani di Tito. “Per tanto tempo hanno prevalso due tesi opposte ugualmente sbagliate – ha detto Carla Antonini relatrice dell’incontro – la tesi negazionista secondo cui non era successo nulla e non era grave rispetto alla Shoah, e l’altra della tesi a uso pubblico della storia a fini politici ideologici. In particolare gli storici del confine orientale hanno ricostruito la dimensione del fenomeno, lo scontro tra totalitarismi, quello nazista, quello fascista, quello titino, tremendo, che ha provocato l’esodo di centinaia di migliaia di italiani”.