Piacenza è sicuramente, assieme a tutta la Pianura Padana, uno dei luoghi più inquinati d’ Europa. Lo testimonia anche una inquietante foto dal satellite che mostra l’ ammorbamento nella più grande pianura del Paese e naturalmente anche la nostra città non fa eccezione, come testimoniano i numerosi e ripetuti sforamenti delle soglie di attenzione degli inquinanti atmosferici.
Sono molteplici le azioni messe finora in campo e diverse le associazioni che se ne occupano. Tra queste anche un neonato sodalizio, formato da gente comune, che è stato presentato a Piacenza lo scorso 21 dicembre.
L’ intento di questo comitato spontaneo è quello di fermare la concessione che verrebbe conferita a Cementirossi per poter utilizzare come combustibile pneumatici ed altre materie plastiche.
Ieri sera, presso lo studio dell’ Avvocato Umberto Fantigrossi, è stata presentata la prima vera e concreta iniziativa del comitato, appoggiato da Legambiente Emilia-Romagna e dall’ associazione milanese Genitori Antismog, insignita lo scorso anno dell’ Ambrogino d’ Oro conferito dal sindaco meneghino, Giuliano Pisapia, per l’ impegno civile nella lotta contro l’ inquinamento.
Le due associazioni ambientaliste assieme a 42 cittadini firmatari, hanno approntato un ricorso al TAR dell’ Emilia-Romagna, con sede a Parma, nel quale si contesta la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), concessa dalla Provincia con il parere favorevole del Comune di Piacenza, che autorizza Cementirossi a raddoppiare il quantitativo di plastiche e pneumatici che potranno essere utilizzati come combustibile e che toccheranno la cifra di 60 mila tonnellate/anno.
L’ azione come sottolinea il legale e come tengono a precisare i firmatari, non è contro l’ attività industriale in sé di Cementirossi ma è contro l’ amministrazione che non ha fatto il proprio dovere. Tutti quanti, è stato detto nel corso dell’ incontro, vogliamo una Piacenza più pulita per noi e per i nostri figli.
L’ atto giuridico non è sospensivo, anche se da tutti è auspicato un “bagno di buonsenso generalizzato” per porre rimedio a questa vicenda, ma è volto a richiedere una seria consulenza tecnica d’ ufficio in modo che non vi siano dubbi sulle migliori tecnologie adottate e soprattutto che non vi sia un peggioramento della qualità dell’ aria.
“Un errore giuridico e sociale – sottolinea l’ Avvocato Fantigrossi – perché le norme europee e italiane impongono un miglioramento delle condizioni dell’ aria quando queste siano critiche: questa autorizzazione non le migliorerà ma, anzi, le peggiorerà. C’è anche un contrasto con tutta la pianificazione di settore, con piani che da dieci anni impongono un unico obiettivo: uscire dall’ emergenza ambientale. Non se ne esce – conclude il legale – se non si comincia a migliorare la condizione ambientale stessa”.
L’ impianto sarebbe da delocalizzare e nel frattempo sarebbe necessario imporre l’ uso di combustibili puliti. Andrebbe, insomma, seguito l’ esempio – citato da Fantigrossi – della vicenda Unicem, datata 1985. Allora si scongiurò un’emergenza ambientale poiché il secondo cementificio cittadino aveva ricevuto l’ autorizzazione a bruciare carbone. Anche in quella occasione i cittadini interessarono il TAR e vinsero.
Oggi l’ area “ex Unicem” è una zona residenziale, con un parco, e l’ azienda cementifera ha delocalizzato con benefici sia per il business che per la collettività.
I cittadini promotori di questo ricorso, che verrà presentato a breve, si ispirano a questo caso e sperano in una simile risoluzione della vicenda o quantomeno di evitare il peggioramento delle già precarie condizioni dell’ aria.
Sono intervenuti, in collegamento Skype, anche Lorenzo Frattini, da Parma, Presidente regionale Emilia Romagna e membro del Direttivo Nazionale di Legambiente e Anna Gerometta, da Milano, presidente dell’ associazione Genitori Antosmog, i due alleati che affiancano il gruppo di cittadini piacentini in questa battaglia legale.
Matteo Gotti, in rappresentanza del comitato spontaneo del quale erano presenti diversi membri, è intervenuto affermando che il comitato non è in contrasto con Cementirossi in quanto insediamento produttivo in città: “Non abbiamo un preconcetto verso il cementificio – ha detto – semplicemente, l'autorizzazione che ha ottenuto ci ha scosso. Abbiamo capito che la delega firmata alla politica su questi aspetti non funziona come dovrebbe. Riteniamo che questo territorio sia da troppo tempo in una situazione di emergenza dal punto di vista dell'inquinamento atmosferico”.
Secondo il comitato, dunque, la politica ha sottovalutato questa emergenza nel suo complesso ed è singolare che debbano essere i cittadini ad attivarsi, anche dal punto di vista economico, per avere il diritto a poter respirare aria pulita.