Artigianato piacentino in crisi, nel 2013 hanno chiuso i battenti 290 imprese

La squadra artigiana ha lasciato sul campo 290 imprese nel corso del 2013: i componenti del gruppo sono passati infatti da 9.034 a 8.744Dal 2008 a quest’ultima data lo stock di imprese si è contratto per 673 unità, con una discesa costante negli anni. Fatto pari a 100 l’indice delle imprese registrate, il suo valore nel 2013 è calato di circa 7 punti.

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Analoga tendenza si riscontra nelle province vicine. La crisi economico-finanziaria ha purtroppo fatto una buona mietitura tra le aziende artigiane.

La dinamica demografica, ovvero il flusso di iscrizioni e cessazioni non può quindi che essere a favore di queste ultime. Nel corso del 2013 hanno chiuso i battenti 751 imprese artigiane ed hanno invece avviato l’attività in 461. Il settore nel quale si concentrano le aperture è ancora – nonostante tutto- quello delle costruzioni (248/461). In questo stesso contesto è presente – però- anche il maggior numero di chiusure (378/751). Tutti i settori – fatta eccezione per quelli che riuniscono le attività professionali, scientifiche e tecniche e il noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese- hanno un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni.

La stragrande maggioranza delle imprese che si iscrivono assume ancora la forma della ditta individuale (393/461). Solo il 7% delle nuove iscrizioni ha la forma giuridica di una società di capitale ed il 7,6% quella di una società di persone.

La maggiore solidità delle società di capitale è attestata dalla differenza tra il numero di nuove iscritte ed il numero di cessate che risulta positivo per 15 unità (con un tasso di crescita pari al 4,6%).

A livello territoriale, prendendo in esame quanto è successo nei 48 comuni della provincia, è generalizzato un andamento negativo: solo in tre comuni (Besenzone, San Pietro in Cerro e Zerba) la differenza tra imprese artigiane iscritte e cessate è positiva per 1 unità.