Certificati medici per malattie inesistenti. E' il reato di cui si sarebbe macchiato un medico piacentino, Riccardo Bacchi, per il quale il pubblico ministero Antonio Colonna ha chiesto due anni e sei mesi di reclusione. Secondo la tesi dell'accusa, il medico sarebbe stato “a disposizione” di un assistente capo della Polizia penitenziaria, Alfredo Aste, finito nei guai nel marzo del 2013: secondo gli esiti di un'indagine condotta dalla Polizia municipale di Piacenza l'agente aveva messo a disposizione dei detenuti in permesso un appartamento nella zona di viale Dante allo scopo di farli incontrare con alcune prostitute. E proprio per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione aveva poi patteggiato tre anni di reclusione a luglio. Nell'ambito della stessa vicenda erano finiti sul registro degli indagati anche la convivente dell'assistente capo e un altro piacentino considerato l'autista delle lucciole. Nel corso dell'indagine era emerso un particolare divenuto poi oggetto di una serie di accertamenti a parte, stralciati dall'inchiesta principale e finiti, in sede processuale, di fronte al giudice monocratico Elena Stoppini. Si tratta, appunto, dei lunghi periodi di malattia di cui beneficiava l'assistente della Polpen. Secondo le indagini, Alfredo Aste avrebbe avuto la complicità del suo medico per ottenere certificati medici falsi. Un reato per il quale il professionista, in base al decreto Brunetta introdotto nel 2001, rischiava fino a quattro anni di reclusione. Tutto falso, secondo la difesa dell'imputato, rappresentata in aula dall'avvocato Franco Livera che ha chiesto l'assoluzione. Il giudice ha dunque aggiornato l'udienza al prossimo 3 febbraio per le repliche delle parti e la sentenza.