Da 20 anni con il treno che passa in salotto: “Insopportabile, aiutateci”

 Ogni quanto passa il treno? “Ogni dieci minuti” risponde sicuro Salvatore. E’ scandita dal loro transito la sua vita e quella dei genitori, che da oltre 20 anni abitano nella casupola di via del Pontiere a Piacenza, che sarebbe eufemistico definire “vista binari”.  
L’abitazione dista poco meno di un metro dalle rotaie ed è divisa solo da una rete plastificata da giardino. Non proprio adatta per attutire il passaggio di convogli che pesano tonnellate su guise di metallo. 
E infatti il frastuono e le vibrazioni sono insopportabili ai più, non per il padre di Salvatore: “A me non danno fastidio. Mi sono abituato”. Un pensiero che in famiglia, però, non è condiviso: “Lui è sordo, ci credo che non li senta – dice la moglie imperativa – ma noi in casa facciamo fatica anche a parlare. Quando arrivano li sentiamo da lontano. Le vibrazioni aumentano, sembra un terremoto e poi il boato per frenare e entrare alla stazione”. 

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Ma come si vive con il treno che ti passa in salotto? “E una situazione molto difficile, insostenibile. Fai fatica a dormire, sia di giorno che di notte. E appena inizi un discorso sei interrotto dal treno. Diciamo che 20 anni fa ne passavano meno. Adesso non se ne può più” spiega Salvatore, che è tornato in famiglia da qualche anno dopo aver provato il sollievo di una stanza silenziosa. 
Per questo oggi fa ancora più fatica a sopportare: “Ho provato a fare dei lavori, inserendo dei rinforzi nella struttura ma non c’è stato niente da fare. Le vibrazioni sono troppo forti, fanno saltare tutto. Così ho deciso di andare a chiedere informazioni alle Ferrovie ma non si sa mai a chi rivolgersi. Vorrei vendere la casa o sostituirla. Noi la lasceremmo alle Ferrovie, basta che ce ne diano un’altra un po’ più distante dai binari”. Sono passati dieci minuti e Salvatore si blocca. Ci fa segno di seguirlo ed ecco che passa un treno: "Vedi? praticamente ce l'ho in salotto". 

Difficile trovare una soluzione, anche perché la casa è di loro proprietà, mentre in altre città sono stati presi provvedimenti piuttosto drastici ma le abitazioni erano di Ferrovie dello Stato. A Montignoso, piccolo Comune in provincia di Massa tra Versilia e Alpi Apuane, le Ferrovie hanno inviato lo sfratto a un ex dipendente ma in tutta Italia sarebbero 400 gli immobili costruiti lungo le linee che, dopo l'incidente di Viareggio, per ragioni di sicurezza devono essere murati. 
La nuova normativa è entrata in vigore dopo la tragedia del 2009 in cui morirono 31 persone e le case dovevano essere lasciate entro la data ultima del 1 gennaio 2014. Le condizioni di sicurezza si sono rafforzate lungo tutta la linea e tra le misure introdotte anche quella della distanza tra gli immobili di proprietà abitati e i binari, che non deve inferiore ai 4 metri e mezzo. Tutte le case che distano meno dovranno essere  murate.

Recita la normativa: “Lungo i tracciati delle linee ferroviarie è vietato costruire, ricostruire o ampliare edifici o manufatti di qualsiasi specie a distanza inferiore a metri 30 dal limite della zona di occupazione della più vicina rotaia, e la ratio di tale previsione risiede nell’evidente esigenza di tutelare il preminente interesse pubblico alla sicurezza dell’esercizio ferroviario e, ancor prima, alla salvaguardia della pubblica incolumità” E che “l’autorizzazione alla deroga delle distanze minime – presupposto necessario per il rilascio del titolo abilitativo – costituisce il risultato di una valutazione discrezionale (demandata all’Ente preposto) dei valori antagonisti, secondo il criterio di prevalenza dell’interesse alla protezione della pubblica incolumità”.