“Se avessi saputo lo avrei chiamato. Ma queste modalità mi sembrano furbesche, per strumentalizzare il discorso e portarlo su tesi pro attivismo gay. Comunque, se l’ho offeso, gli chiedo perdono”. Non ha avuto problemi ad uscire allo scoperto l’avvocato Livio Podrecca, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (Ugci), le cui tesi sull’omosessualità stanno facendo discutere. In particolare a seguito dello parole di Davide, il giovane di cui abbiamo riportato lo sfogo che, dopo aver partecipato ad un incontro dell’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) insieme al giurista, aveva detto di sentirsi “svuotato. Un po’ morto dentro. Perché vedo messa in discussione la libertà stessa dell'esistere”.
“Mi sembra strano, dopo l’incontro ci siamo anche fermati affettuosamente a fare due chiacchiere – ha premesso l’avvocato Podrecca -, era un appuntamento dell’Agesci in vista del viaggio Route 2014 e si parlava di omosessualità e immigrazione e si chiedevano spunti critici”.
Sul suo intervento, invece, ha voluto essere molto chiaro: “Ho portato ai ragazzi riferimenti bibliografici, come La teologia del corpo di Giovanni Paolo II, Il padre l’assente inaccettabile e Il padre libertà dono di Claudio Risé, oppure Vi dichiaro marito e marito di Giannino Piana e Francesco D’Agostino, oppure La teoria del gender e l’origine dell’omosessualità di monsignor Anatrella. Ho riferito di queste tesi, dell’inceppamento di alcuni meccanismi di sviluppo dell’omosessuale, nella fase adolescenziale. Sono tesi largamente presenti nel mondo scientifico, nella psichiatria e nella psicologia”. E anche sul fatto che sia stata depennata dalle malattie mentali, ha ribadito che “l’ente che lo ha deciso è politicizzato. Si tratta dell’American Psychiatric Association, che ha deliberato in virtù di spinte delle lobby gay e non su basi scientifiche. E’ un dato acquisito”.
Insomma, nessun intento discriminatorio, tanto meno verso il giovane piacentino: “Lui ha detto quello che ha ritenuto e ci siamo confrontati. Il fatto che lui poi accusi, che dica di sentirsi distrutto, a me dispiace, sinceramente, anche se non mi pareva così dopo l’incontro”. Per questo a Podrecca pare “sospetto che se un sentimento di discriminazione c’è stato, poi sia stato sfruttato in chiave propagandistica nel migliore stile dell’associazionismo gay. Utilizzare una intervista mi sembra francamente una strumentalizzazione. Sentirsi distrutti da un’opinione, non su di lui, ma generale sul tema, dispiace ma è sintomo di una fragilità che non si può imputare, ne a me ne a chi ha determinate idee”.
Poi si è sentito di riformulare il suo pensiero, che gli è sembrato travisato nella ricostruzione fatta dal ragazzo: “L’omosessualità è una vicenda personale e chi la vive la deve affrontare, ma quando si pretende di portare determinati schemi come modello comportamentale si deve accettare che si apra un dibattito, in modo civile e sereno, senza giudizi e discriminazioni. Non ho detto che sono figli di una devianza, che la coppia omosessuale mina la famiglia naturale. Certamente, quello che ho detto è che l’omosessualità, come dice D’Agostino, non deve interessare il diritto”.
Prendendo spunto dalle Unioni civili ha invece spiegato: “Sono l’anticamera del matrimonio omosessuale, interessano perché è il primo pubblico riconoscimento del rilievo quasi familiare delle relazioni omosessuali. Per me è sbagliato. Si può vivere nel privato ma dev’essere irrilevante nel diritto. L’unione civile è una forma para-matrimoniale che si pone come matrimonio di serie B, lo hanno detto anche gli interventi di alcuni ragazzi”.
E così, nonostante si senta dispiaciuto per quanto avvenuto, il presidente dell’Ugci ha ribadito: “Troppo spesso si sfrutta il sentimentalismo per portare avanti progetti non condivisi, di una minoranza, che si vogliono affermare con la violenza e impedendo agli altri di esprimere le proprie idee. All’inizio volevo chiamare Davide, per dirgli che mi spiace, però così mi sembra un modo furbesco pro attivismo gay. Se lui si è sentito offeso e svilito gli chiedo perdono ma il mio intento era solo dare spunti ai ragazzi che lo hanno chiesto. Decideranno liberamente di approfondire i miei come i suoi contenuti. In un dibattito non può esserci niente di offensivo”.