Omicidio di Castello, l’ombra della sindrome da gioco patologico

È stato conferito formalmente dal giudice l'incarico allo psichiatra Filippo Lombardi nell'ambito del processo a Maria Cristina Filippini, la 50enne di Castelsangiovanni, madre di tre figlie, accusata di aver ucciso, soffocandola nel letto, l'anziana madre adottiva, Giuliana Boccenti di novant'anni. L'omicidio, che si è consumato a Castelsangiovanni, risale esattamente ad un anno fa: era la notte tra il 31 gennaio il 1 febbraio del 2013. La donna sotto accusa poco dopo il delitto aveva tentato di depistare i carabinieri parlando di una possibile rapina finita male. Nel giro di un paio di giorni era emersa l'inquietante verità: Maria Cristina Filippini aveva soffocato la madre per rubarle una catenina che aveva poi rivenduto in un compro oro del centro di castello per giocarsi il ricavato ai videopoker. Sempre in quei giorni è arrivata la confessione: la sospettata ha ammesso l'omicidio. Ora il processo si gioca sulle perizie: i difensori della Filippini ritengono che sia affetta da sindrome da gioco patologico.  teoria che si basa sull'esito della perizia psichiatrica di parte affidata allo specialista Matteo Pacini, che è stato nominato anche in udienza dalle difese per assistere al lavoro del consulente tecnico d'ufficio Filippo lombardi. Ora ci sono tre mesi di tempo per visitare l'imputata per redigere una valutazione che stabilisca se al momento del delitto fosse o meno capace di intendere e di volere. La prossima udienza è stata fissata al 28 aprile.

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