Amministratore infedele, già accertata la sottrazione di un milione di euro

Sono 120 i condomìni finiti sotto la lente dai carabinieri in quanto gestiti dall'amministratore infedele, l'ingegnere di 66 anni (titolare con il figlio di 30 anni di uno studio a San Nicolò) sfiduciato dai suoi stessi condomini per una gestione poco chiara dei fondi e ora indagato, proprio insieme al figlio, per truffa e appropriazione indebita. Finora si contano quaranta denunce nei suoi confronti di altrettanti immobili dei 120 totali che gestiva in città e provincia. In particolare gli inquirenti si sono concentrati su 30 edifici i cui condòmini hanno analizzato i conti correnti per conoscere la situazione economica dopo l'esplosione del caso: dal gennaio 2012 al settembre 2013, quando sono arrivate le prime denunce, l'amministratore avrebbe sottratto in tutto 930mila euro circa, cifra riferita appunto solo a 30 edifici su 120, come si è detto. Secondo le indagini l'uomo avrebbe usato oltre 20mila euro in contanti per spese personali per sé e per i suoi familiari. Altre somme sarebbero invece state spostate da un conto corrente all'altro per coprire i buchi lasciati nei fondi degli altri condomìni e per altre spese: gli inquirenti ora stanno cercando di capire nel dettaglio come abbia speso tutto il milione di euro. Va ricordato che l'uomo è anche accusato di aver falsificato le delibere dei condomini. I carabinieri, con il capitano Filippo Lo Franco, invitano gli attuali amministratori dei restanti 90 condomìni ad analizzare i conti riferiti al periodo in cui l'indagato era amministratore.

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