Una filiera interamente emiliano-romagnola, dalla terra alla tavola, per una prodotto di eccellenza del made in Italy quale è la pasta. E’ stato firmato a Bologna l’accordo per la fornitura al Gruppo Barilla di grano duro di alta qualità coltivato in Emilia-Romagna. L’intesa, valida per la campagna cerealicola 2013-2014, prevede un quantitativo di circa 95 mila tonnellate, pari a una superficie di 16 mila ettari.
Viene così confermato il valore di un’iniziativa promossa, ormai da diversi anni dalla Regione, che ha permesso in questi anni di fare dell’Emilia-Romagna uno dei poli di eccellenza nazionali, innanzi tutto sotto il profilo qualitativo, della produzione di grano duro. Un risultato tanto più importante se si considera la forte dipendenza dall’estero dell’Italia in questo settore: a fronte di un fabbisogno da parte dell’industria molitoria nazionale di circa 5,5 milioni di tonnellate di frumento duro, la produzione interna media degli ultimi anni è stata intorno ai 3,5 milioni di tonnellate. In Emilia-Romagna grazie all’accordo di filiera con il Gruppo Barilla si è verificato un importante rilancio delle superfici. Il tutto in un mercato dei cereali soggetto ormai da diversi anni a forti tensioni internazionali sotto il profilo dei prezzi, con ripercussioni sull’intera filiera.
L’accordo quadro, è stato firmato oggi a Bologna – alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – da Luca Virginio, responsabile relazioni esterne per il Gruppo Barilla; Roberto Biribin della Società Produttori Sementi di Bologna in rappresentanza dell’industria sementiera e in rappresentanza della parte agricola, da Alberto Stefanati (Grandi Colture italiane), Raimondo Ricci Bitti (OP Cereali), Ivan Cremonini (CerealCap), Paolino Fini (OP Capa Ferrara).
Cosa prevede l’accordo
L’accordo quadro coinvolge l’intera filiera di produzione del grano duro per garantire la programmazione della produzione e delle consegne e fare del grano duro di alta qualità prodotto in regione un’alternativa competitiva ai grani di importazione. Molteplici i vantaggi: un’adeguata remunerazione per gli agricoltori, una materia prima di qualità per la pasta Barilla, maggior rispetto per l’ambiente (grazie anche al decalogo di sostenibilità elaborato da Barilla e al disciplinare di produzione condiviso con la Regione).
Tra le novità dell’intesa 2013-2014: una semplificazione del meccanismo di fissazione dei prezzi di compravendita e l’inserimento di un decalogo di sostenibilità elaborato da Barilla per migliorare l’impatto ambientale della coltura favorendo nel contempo la sua resa quanti-qualitativa. Le indicazioni del decalogo, si integrano e si completano con quelle già messe in pratica dal disciplinare di produzione della Regione Emilia-Romagna. Il contratto quadro prevede in particolare l’impegno a utilizzare principalmente determinate varietà (Normanno, Odisseo, Levante e Saragolla) adatte all’utilizzo nell’industria pastaria poiché in grado di fornire una qualità di glutine con caratteristiche superiori a quelle della media italiana.
Due le modalità per stabilire il prezzo di vendita: una quota legata al prezzo di mercato della Borsa merci di Bologna, a cui sono collegate anche delle premialità in funzione della qualità, e un’altra legata al prezzo fisso. Inoltre sono stabiliti dei meccanismi premianti in funzione delle modalità di produzione e conservazione dei grani.
Nel dettaglio, il contratto quadro si articola in singoli accordi firmati dal Gruppo Barilla e dai fornitori. A loro volta questi ultimi – OP Cereali, OP Grandi Colture Italiane, OP Capa Ferrara, CerealCap – stipulano con i singoli agricoltori soci gli impegni di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro.
La Società Produttori Sementi di Bologna, selezionatrice e costitutrice delle varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con un’ attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione, fornisce gran parte del seme necessario alle coltivazioni.