Paolo Dosi il sindaco buono? Alla faccia, verrebbe da dire. Più che ispirato da Papa Francesco, di cui siamo convinti esserne convinto estimatore, questo inizio 2014 regala la figura di un sindaco più vicino allo sceriffo di Nottingham, il perfido antagonista di Robin Hood. E chi se lo sarebbe aspettato? Far fuori più di metà giunta in un colpo solo non solo non è roba da tutti i giorni, ma non sembrava nemmeno essere lontanamente roba da Paolo Dosi. Ma tant’è. Salvo sorprese, da lunedì non faranno più parte dell’esecutivo di palazzo Mercanti il vicesindaco Francesco Cacciatore, gli assessori al Bilancio Pierangelo Romersi, l’assessore ai Servizi sociali Giovanna Palladini, l’assessore all’Infanzia Paola Beltrani e l’assessore all’Urbanistica Silvio Bisotti. Quest’ultimo, in verità, sarebbe stato anche “salvato” da Dosi, ma sarà lui stesso Bisotti – si vocifera con insistenza – a non accettare di restare facendo anche scattare un effetto domino che potrebbe coinvolgere, di lì a poco, anche il capogruppo del Pd in Comune Daniel Negri. Chiamarlo rimpasto appare quasi riduttivo. Un’epurazione di massa per tutti i cosiddetti “bersaniani” che, ad oggi, non ha precedenti in Italia dopo il successo di Renzi alle primarie di inizio dicembre. Evento talmente roboante che anche alcuni quotidiani nazionali (vedi Repubblica di oggi) si stanno interessando in queste ore alle “purghe” piacentine. E dire che lo stesso Renzi, come hanno fatto notare alcuni suoi avversari interni, aveva detto: “L’idea che siccome ho vinto il congresso voglio due ministri, un sottosegretario fa tanto vecchio stile io non farò mai una trattativa per due ministri..”, ”ci interessano gli Italiani, non le poltrone”. Nonostante gli inviti a ripensarci, che gli sono arrivati anche dalla parlamentare piacentina Paola De Micheli, Dosi va avanti per la sua strada. Giovedì pomeriggio ha di fatto già dato il ben servito a Romersi e Palladini, alla sera lo ha fatto con il vicesindaco Francesco Cacciatore (cosa che sembrava impossibile fino a qualche settimana fa). Venerdì lo farà con Beltrani. Di Bisotti si è già detto. Il risultato finale, salvo sorprese improbabili, sarà che ben cinque assessori su nove saranno sostituiti in corsa dopo un anno e mezzo di mandato. Hanno lavorato male? Sono solo logiche da Manuale Cencelli? I veri timonieri alle spalle sono altri? Ma non li aveva scelti lui un anno e mezzo fa questi uomini che oggi silura? Tutte domande legittime, cui magari lo stesso sindaco darà risposta. Come legittima, sia chiaro, resta la necessità di voler cambiare ingranaggi di una macchina politico-amministrativa che finora, è sotto gli occhi di tutti, ha camminato a stento. Buono o non buono, una cosa è certa: a Dosi non manca il coraggio.