“Con quella coltellata non volevo uccidere”. Chiesta la perizia sulla ferita

Lite da coltelli nel vero senso della parola. Accadeva a Fiorenzuola lo scorso maggio e oggi in tribunale per l’udienza preliminare si è presentato l’imputato marocchino assistito dal suo legale Wally Salvagnini. L’accusa, per la quale è tuttora in carcere, è gravissima: tentato omicidio.

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Il fatto era avvenuto nel primo pomeriggio del 21 maggio di fronte al Lidl di Fiorenzuola a due passi dalla caserma dei carabinieri. Una lite furibonda tra due uomini e le rispettive mogli che si era conclusa con il ferimento di uno dei due: una profonda coltellata al fianco sinistro. Tanto profonda da far scattare l’accusa di tentato omicidio.

L’imputato però si è sempre difeso: non volevo uccidere nessuno. E la sua tesi è supportata da una perizia di parte affidata al medico legale Alberto Siclari: un fendente il cuo effetto è stato più grave del voluto perché la parte lesa si è spostata nella colluttazione. In aula il difensore ha chiesto e ottenuto dal giudice Giuseppe Bersani il rito abbreviato alla condizione che venisse disposta una consulenza tecnica sulla ferita per poter poi valutare l’esistenza della volontà omicidiaria o meno. Volontà sempre negata dal marocchino sotto accusa. Richiesta accolta, dunque, e prima udienza del processo fissata al 19 febbraio.